A22, Olivieri in cda Il Pd: «Partita riaperta»

La giunta provinciale ha nominato l’avvocato (ex deputato) su indicazione Dem Olivi su Girardi: «Non c’è un presidente designato». Rossi: deciderà l’assemblea


di Chiara Bert


TRENTO. All’unanimità la giunta provinciale ha nominato ieri l'avvocato ed ex parlamentare Luigi Olivieri, esponente del Pd, come rappresentante della Provincia di Trento nel consiglio di amministrazione dell’Autostrada del Brennero. «È una scelta - ha detto il presidente Ugo Rossi - che si fonda su una motivazione di carattere professionale ma anche sulla conoscenza da parte dell'avvocato Olivieri della società e del ruolo strategico che questa riveste in relazione allo sviluppo complessivo del territorio».

Alla nomina di Olivieri (dopo che Alberto Pacher aveva declinato la proposta del Pd) si è arrivati ieri mattina in un clima di tensione tra Rossi e il Pd, con il vicepresidente Alessandro Olivi che alla vigilia aveva criticato l’accelerazione impressa dal governatore in giunta regionale, dove mercoledì (con l’astensione dell’assessora Pd Violetta Plotegher) era stato indicato per la presidenza l’avvocato Andrea Girardi, attuale commissario della LaVis e uomo targato Patt. «Auspicavamo un percorso diverso in cui tutti gli organi istituzionali fossero messi nella condizione di esprimere proposte e di confrontarle, costruendo un assetto equilibrato fatto di competenze e rispettoso dei diversi apporti delle forze politiche alla proroga della concessione. Il confronto anche aspro di queste ore ha portato a completare una squadra nella misura in cui non c’è un presidente designato», ha commentato ieri Olivi a margine della conferenza stampa post- giunta. Su Olivieri, che è stato tra gli sponsor di Olivi per la segreteria Pd, il vicepresidente dice: «È un professionista che conosce la politica. L’A22 ha bisogno di persone che sanno costruire relazioni, e ha bisogno non di partiti ma di politici. L’idea di nominare dei tecnici facendo finta che non abbiano una loro sensibilità politica rischia di essere un’operazione più di facciata che non di verità».

Da parte sua, il governatore ha evitato lo scontro frontale e fatto un mezzo passo indietro: «La giunta regionale ha deliberato, ma non basta che indichi qualcuno (Girardi, ndr) perché uno sia presidente. La lista si forma sulla base di maggioranze e sulle valutazioni politiche che queste maggioranze fanno. Bisognerà discutere e condividere, che è quello che ha chiesto il Pd». Rossi non intende assolutamente rinunciare a Girardi presidente e per il Pd l’unica strada per provare a riaprire la partita è quella di allargare il campo delle relazioni con gli altri soci di A22.

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