A Roncegno il museo della musica
Nell'ex canonica di Santa Brigida 248 strumenti grazie al coro S. Osvaldo
RONCEGNO. E' la prima mostra permanente di strumenti musicali popolari in Trentino. E' stata inaugurata a Santa Brigida, frazione di Roncegno, in quella che è la ex canonica della parrocchia, eremo del 1.500: un progetto ambizioso ai nastri di partenza.
Abbandonata negli anni Novanta, quando l'ultimo parroco, don Albano Torghele, fu trasferito, la canonica è stata "adottata" dal locale coro di montagna Sant'Osvaldo. Sì, perché la vecchia canonica diventerà l'«Accademia, Casa della musica».
Il primo passo è appunto la mostra: una sala con 248 strumenti di vario tipo, provenienti da 40 Paesi del mondo, in rappresentanza di tutti i continenti. Si tratta di pezzi artigianali, realizzati a mano e quindi unici, fatti con materiali tipici di ogni paese ed utilizzati nella musica popolare. Messi a disposizione da una decina di appassionati, la maggior parte sono stati forniti da Salvatore La Rosa, siciliano, docente al conservatorio di Trento, da qualche anno direttore del coro, che insieme al presidente Ivano Zottele è la mente del progetto. Li ha acquistati nei suoi viaggi o in negozi specializzati in Italia.
Cordofoni, a percussioni e a fiato, all'interno delle bacheche realizzate dai coristi ci sono anche strumenti particolarmente curiosi: dalla Bolivia arriva uno strumento a percussione utilizzato per la danza della pioggia realizzato con unghie di capra mentre in Costa d'Avorio si usano i datteri ed in Burkina Faso c'è il Sistri Chocha, fatto con i dischi di sughero essiccati. E poi la campana ed i cimbali tibetani, la Kora dalla Nuova Guinea, il Santoor dall'India, la Balalaika ma anche i flauti sardi, i fischietti siciliani e pugliesi, le ocarine, i "richiami" locali per gli uccelli, un mandolino ed una fisarmonica da Roncegno ed un armonium della chiesa risalente al 1850, ritrovato sotto un nylon all'esterno dell'edificio, sotto le intemperie, e recuperato dal coro.
Al centro della sala sono esposti antichi spartiti ritrovati nella soffitta dell'ex canonica: «Sono i libri più antichi di Roncegno» spiega La Rosa. C'è infatti un vesperale del 1824, un messale del 1888, antichi canti gregoriani ed anche spartiti per messe "facilissime", composte per i cantori di campagna, o l'edizione speciale del periodo di guerra.
La mostra ha già suscitato molta curiosità e ci si attende una grossa affluenza. Sarà aperta il fine settimana, con possibilità di visite guidate per gruppi e scolaresche in altri giorni. E, cosa importante, non si paga nessun biglietto: «Vogliamo dare la possibilità alla gente di vedere pezzi unici ed al contempo proporremo attività didattica per le scuole, con lezioni sugli strumenti musicali» continua La Rosa.
E proprio sull'insegnamento degli strumenti si basa il progetto dell'accademia, che partirà quest'estate: nelle sale dell'edificio gruppi di bambini e ragazzi potranno studiare pianoforte, violino e quant'altro: «Vorremo creare un piccolo vivaio per il coro e perché no, anche una banda, che a Roncegno manca» conclude Zottele, che mostra orgoglioso il piccolo teatrino "scoperto" durante la pulizia e lo svuotamento della canonica. A qualche centinaio di metri c'è una cappella abbandonata, il S.Osvaldo l'ha recuperata e vuole intitolarla a S.Cecilia, al fine di creare un "percorso naturale della musica".
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