A Passo Mendola attraversi la strada e cambiano le regole

Un commerciante: «Così si autorizza la concorrenza sleale» Un lato è Cavareno l’altro Ruffré, Comuni con norme diverse


di Giacomo Eccher


MENDOLA. Un Passo alpino, tre Comuni e altrettanti regolamenti diversi per il commercio, anche se i negozi quasi si toccano. Succede alla Mendola, la porta d'ingresso alla valle di Non dall'Alto Adige (e viceversa) dove ormai, quasi sparito il turismo stanziale della Belle Époque e dei grandi alberghi, si vive solo sul passaggio di motociclisti e automobilisti e dei turisti che sbarcati dalla funicolare poi si avventurano nella rete dei sentieri che raggiungono da una parte il Roén e dall'altra il Penegal.

Tanto movimento dunque e quindi mercato appetibile per la dozzina i commercianti che storicamente stazionano sul Passo ma che vivono situazioni di diverse a seconda che l’esercizio di vendita si trova sul territorio di Cavareno, Caldaro o Ruffré.

A sollevare il caso è il commerciante Giorgio Rosati che vende abbigliamento, souvenir e oggetti regalo al culmine del Passo in un immobile quasi tagliato a metà dal confine tra Ruffré e Caldaro, e quindi tra Trentino e Alto Adige. Non è qui però il problema, ma di fronte, sul lato opposto della strada che collega il Passo alla stazione della funicolare dove invece a dettare legge è il Comune di Cavareno.

«Una situazione assurda, io mi trovo a dovere operare in una condizione di chiaro svantaggio con chi (il Centro Commerciale Golf) può esporre e vendere all'esterno su una superficie amplissima. E si sa che chi intende acquistare se deve scegliere tra una piccola esposizione ed una grande è naturalmente attirato verso la seconda», afferma. Nel mirino di Rosati l'autorizzazione, rilasciata dal Comune di Cavareno ai suoi dirimpettai del Centro Commerciale Golf, per poter esporre e vendere merce oltre che nel negozio (95,25 metri quadri oltre a 7,47 metri quadri per ufficio) anche all'aperto con un'estensione addirittura maggiore (141 metri quadri) per un totale di superficie di vendita di quasi 238 metri quadri. «Un'anomalia che la legge provinciale sul commercio non consente anzi vieta ma che il Comune di Cavareno si ostina ad ignorare tenendo in piedi una situazione che di fatto strozza la concorrenza degli altri esercizi sul Passo», afferma. Il negozio di Rosati, di cui è titolare la moglie, insiste sul territorio di Ruffré e per potere reggere il confronto ha fatto domanda di esposizione e vendita all'aperto, come i vicini. «Dopo un primo via libera del sindaco, poi revocato per impugnativa del provvedimento davanti al Tar di Trento ad opera dei concorrenti, ora il Comune mi ha concesso di esporre merce all'esterno su una superficie delimitata, ma non di vendere fuori come invece fanno i miei concorrenti. Una discrepanza che mi danneggia continuamente», afferma Rosati. Ha segnalato il caso al Servizio commercio della Provincia e la risposta è che la Legge Provinciale 17 del 2010 non considera superficie di vendita l'area scoperta adiacente all'esercizio commerciale per l'esposizione delle merci. «Appunto quello che sostengo io, ma nessuno fa nulla», conclude Rosati. E così dopo aver invano cercato di sollecitare regole uguali per tutti per commerciare sulla Mendola, ha deciso di rendere pubblica la situazione.

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