Rovereto è un deserto? Allora guardate Trento il venerdì sera alle 21
Un giro nel centro storico, lugubre e deserto: così i locali pubblici chiudono. Ed è riuscita la «cacciata» della movida dalle vie centrali
OPINIONI L'Unione dei commercianti: «Rovereto è ormai un deserto»
TRENTO. «Rovereto in orario serale è ormai ridotta a un deserto» tuonava tre giorni fa l'Unione Commercio e Turismo della città della quercia. E Trento? Qui si apre un paradosso: Rovereto si lamenta perché non c'è vita, e Trento invece per più di un anno ha fatto la guerra alla «vita», marginalizzando la movida, spostando la socialità «fuori dalla vista» (cioè alle Albere, dove tanto non vive quasi nessuno).
L'ho visto venerdì scorso, e mi ha fatto impressione: dovendo attraversare tutto il centro storico, ne sono uscito depresso e scoraggiato. Ore 21.00 scendo a piedi da Port'Aquila. A parte la pizzeria, da via Marchetti in poi inizia il deserto. In piazzetta Santa Maria Maddalena i residenti ora possono dormire tranquilli e smetterla di fare i filmati con cellulare dalle finestre: è una spianata vuota e fredda.
Chiuso il bar Matrix (un tempo teneva aperto fino oltre la mezzanotte), solo la luce fioca della benemerita e resiliente Scaletta risplende nel vicolo. Ma ci sono quattro persone. Ore 21.04 mi addentro verso Largo Carducci, deserto. Chiuso da tempo il Café Le Note. Chiuso (per ferie) Il Morso. Chiuso il contiguo Bugs. Chiuso il Plan, di aperto c'è solo il Tunnel (purtroppo deserto).
LA GALLERY
Più avanti, sempre senza incontrare anima viva, chiuse le serrande di Pescaria, chiuso il bar Randré. Ore 21.05 provo a dare un occhio su via San Pietro: desertissima, e ovviamente neanche un bar aperto. Inutile cercare in via Manci, dove l'unico esercizio (Excelsior) ha già spento le luci. Per fortuna che c'è via Suffragio, con alcuni locali nuovi e ben avviati, da La Vie en Rose alla Quinta del Sordo, le Due Travi, il Gusto, il Para Todos (chiuso per ferie), il Porteghet. Laggiù San Martino, con Barrio e Tavernacolo.
Ore 21.10 mi avventuro in piazza Battisti. Spettrale. Sono spente pure le vetrine e in una osservo il cartello "affittasi" con un contatto Telegram.Ore 21.12 sbarco in via Oss Mazzurana: a parte il Forst, è il nulla assoluto: non c'è in giro, letteralmente, nessuno. Eppure è un venerdì sera!Ore 21.15 via Oriola, un tempo il cuore dello struscio, è luccicante di nulla. C'è aperto, per fortuna, il Bella Vita. Ma per strada, nessuno. Ore 21.15 in piazza Pasi è aperto il Bar Pasi, con un po' di gente all'interno, e meno male.
Ma via Garibaldi e via Mazzini sono vuote come ai tempi del lockdown. Ore 21.20 piazza Duomo: deserta e spettrale. Almeno ci sono due bar aperti... In via Belenzani, neanche a dirlo, tutto spento: con la chiusura del Golden Eagle, è un altro angolo della città che si intristisce.Ore 21.35 attraversando una via Verdi vuota e gelida, arrivo alla fine alle Albere: qui invece la gente c'è.
Tantissimi ragazzi, dispersi nel grande prato. Vanno e vengono, si muovono sciamando per le piazze lastricate di fronte alla Buc, si rimpinzano di pollo fritto e pizzette. E soprattutto c'è tanto controllo: le auto di Polizia Locale, Polizia di Stato e Carabinieri, che per un anno hanno occupato militarmente il centro città e Santa Maria Maddalena, adesso sono concentrate qui.
Infatti, poco dopo, si scuote la calma: un giovane che cerca di resistere a un controllo delle autorità viene trovato in possesso di un coltello, e caricato in auto: verrà identificato in Questura e denunciato.Ore 21.50 è già quasi coprifuoco: i ragazzi sciamano (dove andranno mai?) e restiamo a guardare la spianata. Qui dovevano sorgere i «bar estivi», i chioschi nei parchi, dovevano esserci i toi-toi chimici (sto elencando le promesse del sindaco Ianeselli di quasi un anno fa). Ore 22 è ora di rintanarsi a casa, passando dal Muse e dal cimitero.
Ecco: davanti ai cancelli del cimitero un gruppetto di adolescenti che fuma e chiacchiera. C'è più vita al cimitero che in Largo Carducci.Ore 22.10 Deserta via Madruzzo, chiusi da un bel po' i due locali su via Endrici (addio Ariston, addio Angolo dello Sfizio), bisogna confidare sul Baccus di piazza Fiera (altro luogo resiliente e resistente), o buttarsi in via Calepina (Fiorentina e Angolo dei 33). Ore 22.15 approdiamo in piazza Vittoria, dove l'hamburgeria ha lasciato il posto alla «Ravioleria Zang», un angolo di Cina street food, dove noi vagabondi della sera ci troviamo a consolarci.
Incontro due universitari, chiedo loro come mai non ci sia vita in giro. «Trento non offre niente - mi spiegano - ed anche gli universitari, il venerdì pomeriggio, se ne tornano a casa, a Padova, a Vicenza, a Verona. Qui è tutto morto». Qui è tutto un deserto. Come Rovereto