Trento: ingegneri, filosofi e legali al corso di falegnameria
L’obiettivo è quello di dare una «seconda possibilità a chi non ha finito il proprio percorso formativo». Il nodo tirocinio: la scuola a lavoro con le aziende
TRENTO. Ci sono un laureato in filosofia, un avvocato, un ex infermiere e una mezza dozzina di ingegneri tra i 18 iscritti al primo corso serale della sezione legno dell'Istituto di formazione professionale Sandro Pertini di Trento che ha Maria Rita Magistro quale dirigente. Finiscono di lavorare, escono dai rispettivi uffici, si tolgono giacche e tailleur e indossano la tuta per entrare in laboratorio, per diventare - almeno per qualche ora - come Geppetto e lavorare il legno, un materiale con un fascino intramontabile.
I docenti sono Roberto Pedrotti e Dario Mezzanzanica: "Sono dei professionisti, che hanno una grande preparazione teorica nei rispettivi campi - spiega Pedrotti, il coordinatore trentino - ma produrre e costruire è un'altra cosa. Diciamo che in automatico apprendono a non distruggere". Le motivazioni degli insoliti studenti, fra i quali ci sono anche due donne (lo stesso numero di quelle che frequentano il corso diurno, al quale però gli iscritti sono oltre cento), sono diverse. C'è chi ha il legno come hobby, chi ha un progetto legato alla formazione con i ragazzi, chi vuole lavorare in sicurezza e chi si autodefinisce un "accrocchiatore seriale", che è poi un ex insegnante dell'istituto professionale.
"È un corso - precisa Mezzanzanica, che arriva da Varese - nato per dare una seconda possibilità a chi non ha finito il proprio percorso formativo, che avrà sempre la precedenza". Nel grande laboratorio ci sono macchinari che non sfigurerebbero in una impresa: gli studenti del serale lavorano quasi in silenzio e con dedizione con seghe, scalpelli, livelle e molto altro. Alcuni dei manufatti realizzati dagli allievi del diurno sono esposti nei corridoi, dove ci sono sedie e panche e anche la fedele riproduzione della porta di una famosa chiesa del basso Trentino. Il numero massimo di partecipanti è di venti: nel serale quasi nessuno ha in mente un futuro come "operatore del legno" (3 anni) o "tecnico del legno" (un anno in più). A chi frequenta il corso serale viene riconosciuta una parte della preparazione teorica, ma su sicurezza e laboratorio non ci sono sconti: il loro corso di tre anni viene concentrato in due.
Gli iscritti si trovano tre volte la settimana per un totale di 15 ore, tra pratica e teoria (disegno tecnico, anatomia del legno), più i compiti a casa. "Poiché non c'è la parte educativa - spiegano i due docenti - ci possiamo concentrare esclusivamente sull'attività pratica". Ai partecipanti le offerte di impiego interessano poco, ma la richiesta di falegnami è elevata, come confermano gli annunci appesi all'ingresso dell'istituto che si trova sulla collina di Trento: un lavoro c'è per tutti.
Il vero problema per gli adulti del corso - circa 800 ore concentrate in due anni che ne valgono tre - è lo stage in azienda (altre 120 ore), necessario per il diploma: "Stiamo cercando una soluzione, perché a differenza di altre sezioni (il riferimento è a quello dei servizi alla persona), le aziende del settore non lavorano il sabato", precisano i docenti. Che per alcuni finirà vicino alla bacheca in cui c'è già una laurea. Le iscrizioni al prossimo corso sono già aperte: il costo è di 45 euro e include i dispositivi di protezione individuale (guanti, occhiali, tappi, scarpe antinfortunistica).
(Foto Ansa)