Test salivari e Cibio: le 4 domande di Luca Zeni alla giunta trentina
Il consigliere provinciale del Pd ha depositato un’interrogazione per sapere tempi e costi del progetto “made in Trentino”
TRENTO. “Dopo una roboante serie di annunci pubblici, iniziati ancora nell'ottobre del 2020 e voluti dalla Giunta provinciale attorno ai test salivari sviluppati dal Cibio di Trento, non si comprende per quale ragione, a circa un anno di distanza dalle previsioni di avvio di tali test in Trentino, non si è concretizzato ancora nulla, se non l’adesione ad un progetto nazionale, così come avviene in tutte le altre Regioni”.
Così il consigliere provinciale del Pd, Luca Zeni. Che, per capire le ragioni e la destinazione degli investimenti fatti dalla Provincia in tale direzione, ha depositato un'interrogazione, con la quale so chiede anche quando si prevede di poter usare i maniera diffusa questi test salivari soprattutto nelle scuole e quali costi siano stati sostenuti per la riapertura dei laboratori del Cibio a Rovereto.
In particolare le domande poste del consigliere del Pd sono quattro.
"Per quale motivo, a circa un anno di distanza dalle previsioni di avvio di tamponi salivari di massa in Trentino, non si è concretizzato nulla di più che l’adesione ad un progetto nazionale, come in ogni altra regione del Paese?”
"Quanto è stato investito complessivamente dalla Provincia sul progetto di tamponi salivari del Cibio, e tale investimento è giustificato alla luce che ormai i tamponi salivari sono reperibili e diffusi sul mercato?”
"Quando si prevede di poter usare in maniera diffusa i tamponi salivari (“3000 tamponi al giorno” era l’obiettivo annunciato come imminente nell’ottobre 2020), soprattutto nelle scuole con studenti di età inferiore ai 12 anni e quindi non vaccinabili in questo momento?”.
"Quali sono i costi complessivi per la riapertura dei laboratori del Cibio a Rovereto?”