Terrazzamenti e muretti a secco in Trentino, 400 mila euro per salvarli
Bando della Provincia per finanziare interventi privati di recupero: oggi il 45% della superficie terrazzata è abbandonato. Priorità a val di Cembra e val di Gresta
TRENTO. Il Trentino vuole difendere la tradizione dei muri a secco e dei terrazzamenti che sono un segno distintivo del suo paesaggio. Per questo la Provincia mette a disposizione 400 mila euro sul Bando 2021, approvato venerdì dalla giunta provinciale.
“Terrazzamenti e muretti a secco - spiega il vicepresidente e assessore all’urbanistica e ambiente Mario Tonina - rappresentano un tratto caratteristico del paesaggio trentino e una pratica utile alle attività agricole, ma richiedono una costante manutenzione e condizionano fortemente la redditività dei coltivi. Di conseguenza, il 45% dell’intera superficie terrazzata della provincia, pari a quasi 4700 ettari, risulta oggi abbandonato e rioccupato dal bosco. Vogliamo contrastare questa tendenza, incentivando il recupero o il ripristino dei terrazzamenti e dei muretti a secco, certificati e non, e la sistemazione del terreno interessato”.
Il bando è rivolto a soggetti privati (persone fisiche o giuridiche) e ha come obiettivo quello di erogare contributi per interventi di recupero delle murature dei sistemi terrazzati tradizionali, contrastandone l’abbandono ed il degrado dovuto all’azione del tempo e degli eventi meteorologici.
La natura dei terrazzamenti presenti sul territorio provinciale, è estremamente diversificata nei caratteri costruttivi e nel tipo di colture insediate, spaziando da quelli ad alta densità di strutture lineari in pietra a secco, molto diffusi in Vallagarina, nelle zone del Garda, della Valsugana e della val di Cembra, per giungere alle forme più rade di modellazione dei versanti tipiche delle aree prative delle vallate alpine come nelle aree di Fiemme e Fassa e più in generale alle quote più elevate, oggi destinati quasi esclusivamente allo sfalcio.
Anche la distribuzione territoriale delle aree terrazzate è estremamente variabile, con una particolare concentrazione nella Comunità della Vallagarina che, con più di 3100 ettari, custodisce da sola quasi un terzo della aree terrazzate del Trentino. Estensioni significative si registrano anche nell’Alta Valsugana e Bersntol con 1324 ettari nella Bassa Valsugana e Tesino con 1192 ettari nell’Alto Garda e Ledro con 952, in val di Cembra con 852 e nella Comunità delle Giudicarie con 803. Valori di un certo rilievo si registrano nelle Comunità delle valli di Sole, dei Laghi, e nel territorio della Val d’Adige mentre nelle restanti Comunità di Valle, la presenza dei paesaggi terrazzati si fa via via più rada.
I paesaggi terrazzati, proprio a causa delle loro specificità morfologiche e costruttive, richiedono una costante manutenzione e inducono forti condizionamenti alla gestione delle pratiche colturali. Questi aspetti hanno inciso significativamente sulla redditività dei contesti rurali di riferimento, esponendoli al rischio del progressivo abbandono e all’incuria.
Gli obiettivi sono dunque quelli di recuperare e valorizzare il patrimonio storico-paesaggistico trentino dei terrazzamenti caratterizzati dai muri di contenimento in pietrame, tipici dei metodi di coltivazione della tradizione trentina; e recuperare, di conseguenza, il paesaggio che nel corso degli ultimi anni ha subito diversi fenomeni di abbandono e di degrado anche a causa dei fattori climatici; ma anche rinnovare e promuovere l’agricoltura tradizionale di montagna riscoprendo il legame tra territorio e comunità locali.
Il Bando 2021 per il recupero delle murature in pietrame a secco tipiche dei sistemi agricoli terrazzati tradizionali è rivolto agli interventi che interessano tutto il territorio della provincia di Trento, ma riserva un diritto di preferenza – in termini di precedenza nella concessione del contributo - a due aree circoscritte, iscritte con Decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali delle Pratiche Agricole e delle conoscenze tradizionali, ovvero i territori rurali della Val di Gresta e della Val di Cembra.