costruzioni

Superbonus, allarme delle imprese edili per lo stop alla cessione dei crediti

Indagine della Cna: si stima un 40% di perdita di fatturato. Il presidente dell’Unione Costruzioni Gabriele: “Non fermiamo il motore della filiera, si intensifichino i controlli”



BOLZANO. Il sostanziale blocco della cessione dei crediti per i bonus dell’edilizia deciso dal governo avrà un impatto molto pesante sull’intera filiera. Le imprese del settore costruzioni stimano una caduta del fatturato che sfiora il 40% per l’anno in corso, i serramenti prevedono una contrazione del 32,4% mentre le imprese di impiantistica del 30%.

È un quadro a tinte fosche quello che emerge dall’indagine promossa dalla CNA attraverso circa 2mila imprese, tra le quali anche aziende del Trentino Alto Adige, che rappresentano un campione significativo della filiera delle costruzioni che conta oltre 500mila imprese e quasi 1,5 milioni di addetti.

Le forti limitazioni alla cessione dei crediti introdotte dal decreto Sostegni ter rischiano pertanto di vanificare la robusta ripresa del comparto registrata l’anno scorso, è l’allarme del settore. Quasi l’80% delle imprese intervistate prevede una riduzione dei ricavi per effetto del raffreddamento della domanda, dal 70% nel comparto delle costruzioni all’81,8% dei serramenti. Nelle costruzioni il 12% indica che ridurrà l’organico.

L’effetto volano del Superbonus 110% e degli altri incentivi minori è stata la possibilità dello sconto in fattura e successiva cessione del credito a terzi. Il sostanziale blocco della cessione dei crediti rende di fatto impraticabile lo sconto in fattura per il 42,5% del campione. Il 18% indica che applicherà lo sconto in fattura nei limiti della propria capienza fiscale.

Dopo l’entrata in vigore del decreto Sostegni ter, il 50% del campione rileva la totale indisponibilità di soggetti terzi ad acquisire i crediti derivanti dallo sconto in fattura, e il 13% delle imprese ha ricevuto la richiesta di rinegoziazione delle condizioni. All’entrata in vigore del provvedimento, oltre un’impresa su due era nella condizione di dover smobilizzare crediti per lavori effettuati con lo sconto in fattura al cliente. Crediti che molto difficilmente potranno essere ceduti. Oltre 100mila imprese pertanto corrono il serio rischio di non poter incassare il corrispettivo delle fatture emesse con la prospettiva di trovarsi in grave squilibrio finanziario.

I canali più utilizzati per la cessione dei crediti sono gli istituti di credito (55,6% nelle costruzioni, 23% serramenti e 20% impianti), seguiti da Poste con oltre il 30%.

L’anno scorso il fatturato realizzato dalle imprese con la formula dello sconto in fattura è stato molto rilevante, oltre il 50% per l’edilizia, 40,2% per imprese installazione impianti e 42,3% per le imprese dei serramenti. Tre imprese su quattro hanno offerto lo sconto in fattura ai clienti.

Per il presidente dell’Unione Costruzioni di CNA Alto Adige Rodolfo Gabrieli “occorre intervenire con urgenza per non fermare la riqualificazione del patrimonio immobiliare in linea con gli obiettivi di transizione energetica concordati con la Commissione Ue e per non spegnere il motore della filiera delle costruzioni. Le imprese sane non temono criteri più rigidi per le asseverazioni. La cessione dei crediti d’imposta è un meccanismo di grande utilità e per assicurare che i crediti immessi sul mercato siano veri devono essere certificati a monte dall’Agenzia delle Entrate. È necessario intensificare i controlli. Strumenti come i bollini invece sono inefficaci”.













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