l’appuntamento

Sprechiamo sempre meno cibo, ma è “merito” anche dell’inflazione

Si celebra oggi la 4ª giornata mondiale di consapevolezza degli sprechi e perdite alimentari. I risultati di una indagine


Carlo Bridi


TRENTO. Si celebra oggi la 4ª giornata mondiale di consapevolezza degli sprechi e perdite alimentari. Per l’occasione Waste Watcher International Observatory on Food Sostainabilility, promossa dalla campagna spreco Zero, di Last Minute Market ha commissionato a Ipsos una indagine in otto paesi del mondo sugli sprechi alimentari.

Oltre all’Italia l’indagine con 1000 testimoni per Paese, ha interessato la Spagna, la Germania, la Francia, il Regno Unito, gli Stati Uniti l’Olanda e l’Azerbaigjjan.

“Dall’indagine- afferma il prof. Andrea Segrè, direttore scientifico di Waste Watcher - emergono due notizie: una buona, che gli sprechi alimentari nell’ultimo periodo sono calati ben oltre il 20% e questo non solo in Italia dove il calo è stato del 25%, ma in tutti i Paesi coinvolti nell’indagine, ed una cattiva notizia: questo calo degli sprechi è frutto del calo del potere d’acquisto dei consumatori, è un segno tangibile delle difficoltà sempre maggiori della classe meno abbiente che fatica a fare la spesa tagliando nel 70% dei casi drasticamente gli acquisti e di conseguenza è più attenta agli sprechi.

Ma la cosa che più preoccupa, prosegue Segrè è quella che sono i più poveri a soffrire maggiormente l’innalzamento dei prezzi dei prodotti alimentari saliti di oltre il 10% dall’agosto 2022, ma non solo si prevede che l’aumento procederà sempre con percentuali a due cifre mettono in grosse difficoltà i poveri. Si stima che mediamente le famiglie si troveranno a spendere una cifra maggiore per i prodotti alimentari che nel periodo settembre- dicembre 23 raggiungerà mediamente i 200 euro a famiglia. (Dati Assoutenti, agosto 2023). I poveri poi sono costretti a comperare cibo spazzatura alimenti scadenti che andranno ad incidere negativamente sulla salute delle persone”. Negli USA calo degli sprechi del 35%, la Germania del 43%, La frutta è l’alimento più sprecato.

Ma cosa fare si chiede Waste Watcher? La cosa più urgente ed importante è quella di investire sulle giovani generazioni educandole contro gli sprechi come fatto Last Minute Market e a livello locale ASSFRON, ((Associazione Scuola Senza Frontiere), che nell’anno scolastico chiuso a giugno ha incontrato complessivamente 4000 persone fra studenti e insegnanti, ed anche per quest’anno scolastico sono già una trentina le classi con incontri in calendario. Ma c’è un aspetto sul quale ASSFRON insite con particolare attenzione ma non solo, gli sprechi alimentari sono un onere non indifferente per le famiglie per non parlare delle conseguenze degli sprechi alimentari sull’ambiente.

E’ infatti documentato che inoltre il 33% delle emissioni di Co2 nell’atmosfera, maggiore causa dell’impazzimento del clima, sono gli sprechi alimentari comprendendo il cibo buttato, i costi deilla produzione, dei trasporti della conservazione con relative emissioni. Fra i cittadini più preoccupati a livello internazionale, per l’impatto economico degli sprechi di cibo, ci sono gli statunitensi che legano al fenomeno ben 3 aspetti negativi legati al denaro: per l’81% si tratta di spreco di denaro, per il 62% portano gravi conseguenze per le famiglie, per il 59% hanno conseguenze economiche e sociali.

Cosa fare per il futuro si chiede il report? Il punto di partenza a livello internazionale deve essere quello di promuovere iniziative di sensibilizzazione finalizzate al raggiungimento del punto 12.3 degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile che è quello di dimezzare gli sprechi alimentari entro il 2030. I cittadini di Itala e Spagna, popoli mediterranei per eccellenza, scelgono di prevenire gli sprechi acquistando con maggiore frequenza i prodotti freschi, che sono i più sprecati, e che sono alla base della dieta mediterranea. La lista della spesa resta invece strumento primario per Paesi come la Germania, il Regno Unito e gli Stati Uniti d’America. Il rapporto è stato presentato ieri a Roma nello Spazio Europa della Commissione Europea dal prof. Segrè e da altri 8 rappresentanti di Istituzioni nazionali e internzionali come Maurizio Martina vice direttore generale della FAO, che mette al centro del suo impegno l’importanza dell’educazione alimentare.













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