Sindacati contro la Provincia: «In Trentino i prezzi corrono ma la Giunta è immobile»
«Nella prossima legge di Stabilità nessuna misura per carovita»
TRENTO. A fronte di una dinamica dei prezzi che conferma l'andamento in salita risulta incomprensibile, per Cgil, Cisl e Uil del Trentino, “la miopia con cui la giunta ha definito le priorità della prossima legge di stabilità”. Non si arresta infatti la corsa dei prezzi in Trentino. Ad ottobre l'inflazione fa registrare un altro balzo in avanti attestandosi all'11,7% rispetto al 10,4% di un mese fa. Il dato trentino si colloca appena al di sotto della media nazionale registrata dall'Istat e pari all'11,8 per cento. Gli incrementi più significativi riguardano i prezzi per l'abitazione e i costi energetici, che crescono su un anno del 52,5 per cento, seguiti dal comparto dei prodotti alimentari con +13,2 per cento.
"È evidente che si tratta di spese difficilmente comprimibili e che giustificano l'interpretazione di quanti definiscono l'inflazione una tassa che pesa sulle tasche delle fasce sociali con i redditi più bassi - fanno notare i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Si tratta di beni di prima necessità su cui le famiglie possono fare poche economie di spesa".
I sindacati - sottolinea la nota - constatano che "la Giunta prevede di alzare le tasse per i più poveri non confermando sul 2023 il taglio dell'addizionale Irpef fino a 25.000 euro, non stanzia risorse adeguate né meccanismi equi per sostenere le famiglie di fronte all'aumento delle bollette e al caro vita, conferma paradossalmente gli sgravi Irap a pioggia per le imprese, senza alcuna selettività con buona pace degli indicatori di produttività e competitività che continueranno a languire".