l’emergenza

Siccità, situazione critica in Trentino: invasi e laghi al 32%

Il vicepresidente Tonina: "Sforzi su sostenibilità, investimenti e risparmio"



TRENTO. Rimane critica la situazione nei bacini idrici e nei laghi del Trentino. Il volume idrico complessivo (i bacini idroelettrici più i laghi naturali regolati) è sceso a 128 milioni di metri cubi su una capienza complessiva di 407 milioni. Erano 141 una decina di giorni fa. L'attuale grado di riempimento è pari al 32%. Gli invasi di malga Bissina e malga Boazzo, nell'alto Chiese, sul massiccio dell'Adamello, risultano pieni solo per il 16% della capienza complessiva, per un totale di circa 12 milioni di metri cubi di acqua. Il livello - si apprende - consente appena di coprire il volume di riserva strategica assegnato ai due impianti per i servizi eccezionali di potenza a favore della rete elettrica nazionale. "Dobbiamo dedicare una sempre maggiore attenzione per continuare i nostri sforzi su sostenibilità, investimenti, responsabilità e risparmio. Il Trentino è pronto a fare la propria parte anche in questo momento di grande difficoltà del nostro Paese", ha detto il vicepresidente della Provincia di Trento, Mario Tonina, a margine di un sopralluogo ai bacini di malga Bissina e malga Boazzo.

Il lago di Garda registra un volume (al primo marzo) di 120 milioni di metri cubi, rispetto ai 458 milioni del volume massimo regolabile fino al livello delle chiuse. Il livello del lago è 46 centimetri sopra lo zero idrometrico misurato a Peschiera, contro i +99 centimetri della media di questo periodo dell'anno. Il lago di Caldonazzo è a +21 centimetri sullo zero idrometrico, rispetto ai +50 di media del periodo. I quattro fiumi in uscita dal Trentino hanno valori di portata ridotti.

Per il fiume Adige alla stazione idrometrica di Ponte San Lorenzo a Trento è stato misurato il 28 febbraio scorso un dato medio giornaliero inferiore del 50% rispetto alla media storica del periodo. Il Brenta a Grigno nello stesso giorno ha registrato un deficit del 30% rispetto al valore medio del periodo. Nel mese di gennaio l'apporto idrico medio del Sarca al lago di Garda è stato pari a 10 metri cubi al secondo, contro i 18 di media di periodo registrata nell'ultimo decennio. A febbraio, per il Chiese, immissario del lago d'Idro, è stato stimato in 2,5 metri cubi al secondo medi, rispetto ai 4,5 valutati sull'ultimo decennio.

"Auspichiamo allo stesso tempo che nel confronto nazionale venga data priorità agli investimenti e alla tecnologia. Lo dico soprattutto riguardo alle regioni vicine, che in determinati momenti dell'anno hanno un particolare fabbisogno di acqua: in futuro, contando la ridotta disponibilità idrica, è necessario programmare gli interventi, ad esempio per i bacini di accumulo e per l'efficientamento tecnologico delle reti di distribuzione irrigua", ha aggiunto il vicepresidente Tonina.













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