Scontro sulla doppia preferenza di genere, le minoranze abbandonano la commissione
Contestata la presidente Masè, firmataria del ddl sulle tre preferenze. Il Patt ritira la firma
TRENTO. Scontro in commissione sulla legge elettorale. Questa mattina (19 ottobre) la prima Commissione del consiglio provinciale presieduta da Vanessa Masè si è riunita e ha esaminato il testo unificato dei due disegni di legge che prevedono la cancellazione della doppia preferenza di genere (con cui si è votato nel 2018) e il passaggio alle tre preferenze di genere, di cui almeno una di genere diverso, firmati dal Patt e dalla Civica.
In apertura di seduta Paola Demagri (Patt) ha comunicato la decisione del suo gruppo di togliere la firma dal ddl. Presente la consigliera Sara Ferrari del Pd, al posto del collega Tonini, la discussione è partita con l’esame dell'articolato. Dopo un acceso dibattito, in polemica con la presidente Masè accusata di presiedere “inopportunamente” la seduta e di aver dichiarato inammissibili alcuni emendamenti, le minoranze hanno abbandonato l'aula.
Il disegno di legge è stato poi approvato con cinque voti favorevoli.
Questo il comunicato delle minoranze (Sara Ferrari, Ugo Rossi, Alex Marini e Paolo Zanella): “Oggi nella seduta della prima commissione legislativa del Consiglio provinciale, chiamata a votare la proposta di legge che cancella la doppia preferenza di genere dalla legge elettorale trentina, le minoranze hanno abbandonato la seduta, in protesta per la conduzione della presidente Vanessa Masè. A seguito, infatti, della presa di distanza della consigliera Paola Demagri dal testo unificato, rimanendo la sola consigliera Masè come proponente della legge, le minoranze hanno richiesto che la stessa cedesse la conduzione della seduta al vicepresidente, per sgombrare il campo da qualsiasi dubbio di mancanza di garanzia istituzionale.
A questa scorrettezza la presidente ne ha aggiunta una più grave, giudicando inammissibili, nel suo ruolo di presidente, alcuni emendamenti alla sua stessa proposta di legge, presentati dal consigliere Alex Marini, perché ritenuti da lei non pertinenti, quando la norma in realtà si intitola “Modificazione della legge elettorale 2003” e quindi contempla la possibilità di intervenire su tutto il testo elettorale.
Le minoranze hanno ribadito la richiesta alla presidente di ripristinare una garanzia istituzionale, cedendo il governo della seduta al vice presidente e di rivalutare l’ammissibilità degli emendamenti. Masè ha respinto senza motivazione questa richiesta, dichiarando di assumersi pienamente la responsabilità di quanto deciso e di voler proseguire i lavori con la propria direzione.
I consiglieri e la consigliera di minoranza hanno allora ritenuto di non avallare con la propria presenza questo atto di forza, che costituisce un precedente di grave scorrettezza istituzionale e hanno quindi abbandonato la seduta, inviando una lettera di segnalazione e protesta al presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder”.