La storia

Sara Ferrari sul confine tra Egitto e Gaza: «Non c’è più tempo per i civili palestinesi, cessate il fuoco immediato»

La parlamentare trentina è con una delegazione di politici, giornalisti, sindacalisti e accademici al recata valico di Rafah: «E’ necessario spingere sulla comunità internazionale, perché di fronte a 30.000 morti, 70.000 feriti e 8000 dispersi si riesca a fermare il governo israeliano». Foto Fb Sara Ferrari

LA CAROVANA. Sara Ferrari nella delegazione parlamentare a Rafah 



RAFAH. «”Dentro si muore per le bombe, la fame, le malattie, le epidemie. Il sistema sanitario è collassato, le cure sono impossibili, manca l’acqua e anche il carburante”. Questo il grido unanime delle organizzazioni umanitarie, che operavano a Gaza e che abbiamo incontrato oggi a Il Cairo perché da là sono dovute uscire». Con queste parole la parlamentare trentina (Pd) Sara Ferrari racconta quello che sta vivendo nel viaggio intrapreso con la “Carovana solidale” in Egitto, iniziativa promossa dalla Rete Aoi per chiedere il cessate il fuoco a Gaza. 

«I Palestinesi si sono detti delusi dall’Occidente, che si definisce democratico e difensore del diritto internazionale ma assiste inerme a quello che succede, normalizzando da anni i soprusi dell’occupazione israeliana e oggi non interviene con urgenza di fronte ad un massacro. – dichiara in un post su Facebook Ferrari - Senza il cessate il fuoco nemmeno gli aiuti possono arrivare nella striscia, né i fondi essere spesi. Quello che ci stanno chiedendo è di spingere sulla comunità internazionale perché di fronte a 30.000 morti, 70.000 feriti e 8000 dispersi, di cui 2/3 sono donne e bambini, fermi il governo israeliano. Medici senza frontiere dichiara di non aver mai assistito ad una situazione così drammatica: ci hanno raccontato anche di un loro collega medico, che sta sfamando ormai i suoi bambini con tre cucchiai al giorno di cibo per animali».

La Carovana solidale non chiede solo il cessate il fuoco, ma accompagna anche tre camion di aiuti, raccolti in questi mesi, che si metteranno nella coda del convoglio umanitario. Ma non solo: «Per immaginare un futuro ai palestinesi bisogna riconoscere loro la capacità di autodeterminazione, riconoscendo lo Stato di Palestina, nella soluzione che loro troveranno. – spiega la parlamentare del Pd – Questo può avvenire solo se viene riconosciuto dagli organismi internazionali che il governo israeliano viola il diritto internazionale, con l’occupazione dei territori palestinesi e con l’apartheid che ha messo in atto negli anni contro i cittadini palestinesi».

«Le associazioni, che negli anni scorsi si sono rivolte alla Corte penale internazionale e oggi alla Corte di giustizia internazionale per imporre al governo israeliano il rispetto dei diritti umani, chiamano in causa anche il nostro Paese, dove abbiamo fatto approvare una mozione in Parlamento per il cessate il fuoco, sulla quale però la destra italiana e il governo non hanno votato a favore. Siamo qui anche per poter testimoniare la vicinanza di quella parte dell’opinione pubblica italiana che chiede invece una soluzione del conflitto urgente e pacifica, con un cessate il fuoco definitivo accanto alla restituzione dei civili israeliani prigionieri» conclude Ferrari. 













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