Sanitari e obbligo vaccinale, dal Consiglio di Stato la sentenza definitiva
La soddisfazione dell'avvocato dell'Azienda sanitaria Marco Cappello: "La pietra tombale su tutti gli argomenti dei no vax nei Tribunali"
BOLZANO. Sentenza nr. 7045/21 del Consiglio di Stato sull'obbligo vaccinale per gli operatori sanitari. Per l’avvocato Marco Cappello - direttore della Ripartizione legale Asl - si tratta di una pietra tombale su tutti gli argomenti che i no-vax hanno portato nelle varie aule di Tribunale, finora senza esito alcuno.
«Premetto che si tratta di una decisione di secondo grado di 78 pagine, quindi definitiva, relativa ad un ricorso collettivo di alcuni operatori sanitari che avevano impugnato i provvedimenti di varie Asl friulane per l'esecuzione del decreto Draghi.
Per il Consiglio di Stato, infatti, l’immissione in commercio dei vaccini non è una scorciatoia incerta e pericolosa ma procedura idonea.
L’Aifa (Agenzia per il farmaco) ha chiarito che i vaccini non hanno saltato nessuna delle fasi di verifica dell’efficacia e della sicurezza previste per lo sviluppo di un medicinale, anzi, gli studi hanno visto la partecipazione di un numero assai elevato di volontari, circa dieci volte superiore a quello di studi analoghi.
Sempre secondo il Consiglio di Stato - continua Cappello - la profilassi vaccinale è efficace nell’evitare non solo la malattia, per lo più totalmente o, comunque, nelle sue forme più gravi, ma anche il contagio.
Gli eventi avversi sono stati 101.110, con un tasso di segnalazione pari a 120 ogni 100.000 dosi. Di queste, solo il 14,4% ha avuto riguardo ad eventi gravi, mentre l’85,4% si riferisce a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, febbre, astenia/stanchezza, dolori muscolari.
L'argomento degli appellanti, secondo cui il legislatore dovrebbe lasciare sempre e comunque l’individuo libero di scegliere se accettare o meno il trattamento sanitario e, dunque, di ammalarsi e contagiare gli altri, è errato.
La vaccinazione obbligatoria selettiva introdotta dall’art. 4 del d.l. n. 44 del 2021 risponde ad una chiara finalità di tutela non solo – e anzitutto – di questo personale sui luoghi di lavoro, ma a tutela degli stessi pazienti e degli utenti della sanità, pubblica e privata, secondo il pure richiamato principio di solidarietà e di tutela delle categorie più fragili.
Nel bilanciamento tra i due valori, quello dell’autodeterminazione individuale e quello della tutela della salute pubblica, non vi è dunque legittimo spazio per la cosiddetta esitazione vaccinale.
I quattro vaccini sono efficaci e sicuri e rispondono pienamente allo scopo di evitare la diffusione del contagio tra la popolazione».
In altri termini - per l’avvocato Cappello - è la scienza ad indicare al legislatore, ma anche all’individuo, le opzioni terapeutiche valide che questi può scegliere, e non viceversa.
Quindi gli irriducibili oppositori del vaccino Covid devono rassegnarsi? «Senza alcun dubbio, devono mettersela via, le loro tesi non hanno mai avuto un fondamento scientifico, e ora anche dal punto di vista giuridico sono state definitivamente stroncate!».