San Michele, si cambia: Ioriatti lascia il Centro di ricerca
In pensione dopo quasi 40 anni di impegno. Al suo posto Damiano Gianella
SAN MICHELE ALL'ADIGE. Dopo quasi 40 anni di impegno all’interno del Centro di ricerca e del Centro di Trasferimento tecnologico, da due giorni Claudio Ioriatti è andato in pensione. Al suo posto è subentrato Damiano Gianella già ricercatore e responsabile di progetti di ricerca nell’attuazione delle linee programmatiche contenute nei documenti strategici approvati dal Cda in campo agricolo, alimentare e ambientale.
Gianella, laurea in scienze forestali e Phd in Agricoltura Ambientale presso l’Università di Padova, è autore di più di 100 pubblicazioni su importanti riviste internazionali tra cui Nature e Scienza. Ioriatti lo definisce «un ricercatore molto quotato, persona capace che ha gestito anche progetti in campo agricolo, come il progetto pascoli, oltre che progetti che riguardano il comparto forestale. Da maggio, momento della sua nomina da parte del Cda io lo ho affiancato per farle acquisire nuove competenze manageriali», afferma Ioriatti.
Ioriatti era entrato alla FEM nel febbraio del 1984 con una borsa di studio, poi altra borsa di studio con il CNR all’estero quindi l’assunzione alla Fondazione MACH. Fino al 2007 al Centro di Ricerca poi per sei anni dirigente del CTT. Nel 2022 è rientrato nella ricerca come responsabile di un comparto molto strategico: elaborando progetti di ricerca sulla sostenibilità degli agrosistemi. Quindi una esperienza nel campo agricolo a 360 gradi, da maggio reggente pro tempore del Centro di Ricerca e innovazione. A lui abbiamo posto alcune domande.
Innanzitutto come vede la sostenibilità in futuro per la nostra agricoltura?
Produrre in modo sostenibile è l’unica strada che abbiamo davanti a noi, sostenibilità economica, sociale e ambientale. Perché questa sia possibile la ricerca ha un ruolo strategico, avendo il compito di trovare risposte valide sia dal punto di vista economico, che sociale ed ambientale. Fondamentale è assicurare la sostenibilità economica, senza la quale non si può immaginare un futuro per l’agricoltura del Trentino. Ma certo, dobbiamo impegnarci perché l’agricoltura, settore strategico, possa produrre anche in futuro, senza particolare impatto sul piano ambientale e sociale, ma ovviamente lo sottolineo con grande attenzione anche alla gestione economia delle aziende che diversamente, se i conti non quadrano devono chiudere. Ma ribadisco, la ricerca deve offrire degli strumenti in modo tale che gli agricoltori possano produrre senza particolare impatto sul piano ambientale.
Il fatto che la nostra è un’agricoltura di montagna questo impone più vincoli o opportunità?
Sicuramente l’agricoltura di montagna ha dei vincoli maggiori che quella di pianura, ma per fortuna viviamo in una terra che da molto tempo vede l’impegno della ricerca che ha saputo dare delle risposte molto valide che hanno permesso alle nostre aziende di sopravvivere in montagna. Ma vi sono anche dei vantaggi: la nostra è un’agricoltura che sempre più si dovrà integrare con il turismo che è una grande opportunità per tutti e due i settori. Ma non dimentichiamo che l’agricoltura è anche fortemente impegnata sul fronte della tutela ambientale che deve essere a 360 gradi nella gestione del territorio. Con l’impazzimento del clima al quale assistiamo la gestione del territorio è sempre più importante, anche per la sicurezza delle popolazioni.
Centro Ricerca e Innovazione
Alla FEM il Centro di Ricerca e Innovazione vanta una notevole esperienza nel campo della ricerca scientifica a carattere interdisciplinare ed offre solide competenze scientifiche e tecniche a supporto della definizione di modelli di eccellenza in ambito agro-alimentare e forestale. Un’attenzione particolare è dedicata alla valorizzazione dei prodotti agro-alimentari.