Rsa e Progettone, l’allarme di Upipa: «Sono lavoratori per noi indispensabili»
Nella seconda commissione si sono concluse le audizioni sul Ddl di Spinelli. L’Euricse: «con le gare si dovrà evitare la corsa al ribasso»
TRENTO. Nella Seconda commissione, presieduta da Luca Guglielmi (Lista Fassa), si sono concluse le audizioni sul ddl 140 dell’assessore Spinelli che riforma il Progettone.
Il disegno di legge verrà discusso e votato in commissione venerdì prossimo.
Prima consultazione, quella dell’Upipa. La presidente Michela Cogna ha ricordato che nelle case di riposo vengono impiegati 40 lavoratori del Progettone a tempo pieno. Personale che ha un impiego di 3 - 4 anni e in seguito al turn over dei pensionamenti vengono inserite 10 nuove figure all’anno. Poi ci sono altri 160 lavoratori stagionali che volgono un ruolo integrativo in un ambito molto importante, ha detto la presidente, vista anche la penuria ormai cronica di personale sanitario - assistenziale, che è quello dell’animazione e delle relazioni umane e, fondamentale nella fase Covid, quello del controllo degli accessi.
Più della metà delle strutture usufruiscono di questi lavoratori, ma tutto il sistema ne trae benefici.
Il direttore Massimo Giordani ha aggiunto che alle Aziende per i servizi alla persona (Apss) e Rsa interessa che queste risorse non vengano meno perché sono diventate sempre più importanti per garantire la qualità del servizio. Preoccupa per questo, ha detto infine Giordani, la scomparsa nel testo del ddl della possibilità di impegnare il Progettone per i servizi di pubblica utilità come quelli offerti dalle Apss.
Alessandro Olivi (Pd), che ha chiesto l’audizione di Upipa e Euricse in commissione, ha detto che effettivamente il ddl, nell’attuale formulazione, non prevede la prosecuzione del rapporto tra Apss e Progettone.
Rispondendo a Paolo Zanella (Futura) che ha chiesto quali sarebbero le conseguenze sull’utenza se venisse a mancare questo personale nelle strutture per anziani, Michela Cogna ha risposto che le ripercussioni sarebbero pesanti.
L’85% dei lavoratori del Progettone nelle Apss è composto da donne e si arriva e al 90% per il personale stagionale.
Il direttore di Euricse (Istituto europeo di ricerca sulle coop e le imprese sociali) Riccardo Bodini, che ha concluso le audizioni sul ddl Spinelli, ha affermato che lo scorso anno è stata fatta un’analisi sui 30 anni di Progettone dalla quale è emerso che si tratta di un’esperienza di eccellenza anche a livello internazionale.
Una storia di successo determinata dal fatto che il Progettone persegue due obiettivi: la conservazione ambientale e culturale e l’offerta di un lavoro stabile ai soggetti fragili. Altro elemento positivo l’intesa tra Pat, comuni e cooperative e l’allineamento di interessi tra il pubblico e le imprese cooperative.
I risultati sono buoni, ha continuato il direttore Euricse, sia per il numero di interventi (nel 2018 sono stati 500) realizzati in modo capillare a vantaggio anche dei territori più periferici.
Altra positività l’aver coinvolto le Apss e, infine, la flessibilità della risposta del Progettone, in funzione anti ciclica, nei periodi di crisi.
L’aspetto negativo è lo scarso numero di reinserimento delle persone (140 dimissioni volontarie per l’offerta di un altro impiego su 1200 pensionamenti nel 2018).
Un “neo” causato soprattutto dalle fragilità, in molti casi fisiche, di questi lavoratori.
Dal punto di vista delle ricadute economiche, prendendo ad esempio il 2016, a fronte a 44,2 milioni di euro di spesa il valore generato è stato di 86 milioni di euro.
Infine, il risparmio per Pat e Comuni a fronte a un costo del lavoro di 5 euro all’ora è evidente. Sul ddl Spinelli, Bodini ha detto di apprezzare la volontà di continuare con questo strumento, ma ha aggiunto che con l’introduzione delle gare si dovrà evitare la corsa ai ribassi puntando invece sulla coprogettazione per favorire la scelta di imprese che hanno la vocazione all’inserimento lavorativo e per non compromettere i risultati di questi anni.
Altro punto, la necessità di recuperare il Progettone sociale, compreso quello dei servizi alla persona anche per non penalizzare il lavoro femminile. Infine il direttore ha toccato il tema della durata degli affidamenti dei servizi alle coop che, a suo parere, andrebbe aumentata.
Rispondendo a Alessandro Olivi, Bodini ha affermato che non ci sono dati specifici sull’incidenza del Progettone sull’occupazione femminile. Ma, ha aggiunto, l’esperienza dimostra che più si amplia la gamma di attività più si riescono a inserire persone con vari gradi di difficoltà.
Paolo Zanella ha espresso preoccupazioni rispetto all’introduzione delle gare e ha sottolineato la necessità di assicurare continuità alle esperienze che sono cresciute in questi 30 anni di Progettone. Dubbi dell’esponente di Futura, anche di fronte ai dati presentati da Euricse, sulla possibilità del reinserimento lavorativo, che è uno dei punti centrali della riforma Spinelli, di questi lavoratori fragili.
Bodini ha ribadito che ci sono spazi da sfruttare per favorire le coprogettazioni a scapito delle gare a massimo ribasso. E questo si può fare selezionando a molte soggetti che possono essere messi in competizione non sul piano economico ma su quello della qualità. Infine, il reinserimento del lavoro attraverso il Progettone per il direttore Euricse sarà più o meno realistico in base alla scelta delle fasce che si vogliono coinvolgere. Ma, ha concluso, non è detto che questo debba essere l’obiettivo principale di questo strumento di politica del lavoro.