Rsa, a Nomi e Cavedine le visite dei parenti diventano “libere”
Dal 4 aprile le nuove modalità: per chi è vaccinato non servirà prenotarsi e non ci saranno più limiti temporali. “Con questo protocollo si sana una ferita”
TRENTO. “Una vera e propria svolta organizzativa dopo due anni di limitazioni, di restrizioni e di sofferenze”, la definiscono le due Rsa. Forse una piccola rivoluzione, a meno di dieci giorni dall’appello che il comitato dei familiari degli ospiti aveva rivolto all’assessore Segnana per riaprire le case di riposo alle visite.
Prenderà avvio lunedì 4 aprile il progetto “Oltre la pandemia: nuove modalità di visita in RSA” elaborato dalle Apsp Opera Romani di Nomi e Residenza Valle dei Laghi di Cavedine.
“Dopo l’apertura alle visite in presenza, primi in Italia, nel marzo 2021, le equipe di direzione delle due strutture coordinate dal dottor Livio Dal Bosco hanno elaborato un nuovo protocollo che consente l’accesso libero dei familiari ai luoghi di vita degli ospiti, senza prenotazione, sette giorni su sette e senza limiti temporali”, scrivono Francesca Parolari e Cristina Conti, presidenti delle Apsp di Nomi e Cavedine.
“Attivate le visite in presenza senza barriere, rese operative già dall’8 marzo 2021, lo sforzo delle nostre due APSP si è quindi concentrato sull’individuazione di un protocollo operativo, epidemiologicamente sicuro, al fine di consentire ai familiari vaccinati di godere appieno del sacrosanto diritto di stare vicino ai loro cari, anch’essi vaccinati, accedendo agli spazi di vita delle Rsa. Tutto ciò, permetterà agli ospiti di riallacciare quei rapporti quotidiani con le persone care che risultano essenziali per il loro benessere psico-fisico e di cui sono stati per
lungo e troppo tempo privati”.
“Dopo avere messo in sicurezza le strutture ed aver ridotto al minimo il rischio biologico legato alla pandemia da SARS-CoV-2 sostenendo le vaccinazioni degli ospiti e applicando con rigore le normative di legge che
impongono agli operatori e ai sanitari la vaccinazione, abbiamo ritenuto di investire tempo ed energie sull’obiettivo più importante da perseguire, ovvero quello di consentire l’incontro in sicurezza tra i nostri anziani
e i loro cari all’interno delle RSA, negli spazi di vita, ogni giorno della settimana e senza prenotazione.
Con questo progetto si sana una ferita che ha creato tanto dolore e tante amarezze. Si disegna, tuttavia, anche un possibile modello organizzativo per le RSA del futuro che, da un lato, dovranno fare ancora i conti con le
problematiche correlate ai rischi da contagio ma, dall’altro, dovranno obbligatoriamente preservare e garantire buone e soddisfacenti relazioni tra l’anziano e la sua famiglia”.
“Crediamo – concludono – di aver accolto e di aver dato una risposta efficace all’appello di molti, tra familiari volontari, ospiti e cittadini che con parole accorate, forti e chiare ci hanno invitato a fare ogni sforzo per far tornare le nostre Rsa ad essere luoghi accoglienti e di incontro tra gli anziani e i loro cari”.