Un coro per cantare Rosmini
Le Voci Roveretane mettono in musica i testi del filosofo oggi alla chiesa di Loreto
ROVERETO . “Rosmini in musica, Antonio il passato nel presente” è il progetto del coro Voci roveretane, realizzato in collaborazione con il Comune di Rovereto, di mettere in musica testi del filosofo roveretano, per scoprire il profondo legame che corre tra la musica e la filosofia di Rosmini. In tutto sette composizione di carattere sacro affidate a sette compositori contemporanei, alcune delle quali saranno eseguite nel concerto che si terrà questa sera nella chiesa del Loreto alle ore 21, con la partecipazione del coro Monti Pallidi di Laives. Ma il progetto è ad ampio raggio e, oltre i concerti, comprende anche l’incisione di un cd e la pubblicazione di un volume con gli spartiti commentati dagli stessi compositori. L’idea è nata quasi per caso, in occasione di un incontro nella biblioteca di Rosmini: «Ci siamo subito lasciati coinvolgere nel progetto con l’associazione degli Amici di casa Rosmini, perché ci è sembrato un’opportunità per far conoscere la figura del filosofo e tutta la sua famiglia», ha spiegato l’assessore alla cultura Maurizio Tomazzoni in occasione della presentazione del progetto nella chiesa di Sant’Osvaldo in via Santa Maria. E il luogo non poteva essere più appropriato, dal momento che la chiesa è stato disegnata proprio da Ambrogio Rosmini, zio di Antonio. «Tutto è iniziato due anni fa, con la scelta dei testi e dei compositori a cui affidarli - ha spiegato il direttore del coro Federico Mozzi - i brani musicati sono presi dalle Giaculatorie, dalle Invocazioni e dagli Atti spirituali, opere non pubblicate da Rosmini in vita, ma rimaste manoscritte e che rappresentano una specie di diario spirituale del filosofo». Tutti i compositori che hanno partecipato al progetto, italiani e stranieri, sono musicisti specializzati nell’arte della composizione di musica sacra e corale: «si sono subito molto appassionati al progetto e hanno fatto anche ricerche proprie» ha aggiunto Mozzi. «Da tutti i brani emerge un forte sentimento della trascendenza, un afflato meditativo che è una costante che accompagna tutti i lavori di Rosmini» ha spiegato il padre rosminiano Mario Pangallo, e per sottolineare l’affinità delle due discipline ha aggiunto: «la musica è la comunicazione dell’invisibile attraverso il visibile». Le opere tratte da Rosmini che, assieme ad altre, saranno eseguite nel concerto del 9 dicembre sono: Grace di Philip Lawson, In Caritate di Gianmartino Durighello, La Sesta PIaga di Riccardo Giagni, Le Cinque Ferite di Ragnar Rasmussen e Omaggio a Rosmini di Roberto Salvalaio. (a.t.)
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