Tutti con il fiato sospeso per Aquaspace e Tessil 4 

Stamattina l’assemblea sindacale con i dipendenti di entrambe le aziende dopo le minacce di chiusura se i tempi per le verifiche saranno troppo lunghi



ROVERETO . Questa mattina i dipendenti di Aquaspace e di Tessil 4 si riuniranno in assemblea sindacale per ascoltare dai delegati di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil gli esiti dell’incontro con Adriano Vivaldi, il consigliere delegato di Tessil 4. Il quale ha spiegato che se il dissequestro del depuratore chimico di Aquaspace non arriverà in tempi brevi non solo l’azienda non potrà proseguire il lavoro, ma anche Tessil 4non poptrà continuare la propria attività, venendole meno il servizio di depurazione. Le produzioni roveretane (Tessil 4 è specializzata nella tintura di moquette e tappeti in materiali plastici), in questo scenario, verrebbero spostate in altri stabilimenti del gruppo Aquafil. Dopo l’incontro con i dipendenti - i 15 di Aquaspace più i circa 60 di Tessil 4 - i sindacati incontreranno i giornalisti per fare il punto sulla situazione. Nel frattempo è già stato richiesto un incontro urgente con l’assessore provinciale all’industria Alessandro Olivi per approfondire l’intricata vicenda iniziata con il sequestro del depuratore dell’azienda di via del Garda da parte della Dda di Trento: secondo la magistratura le sostanze smaltite per conto terzi dal depuratore chimico non verrebbero trattate secondo quanto prescritto dalle normative sui rifiuti. Ipotesi del tutto smentita dall’azienda, che assicura di aver sempre applicato i protocollo previsti dalla legge. Ma i sigilli al depuratore rimangono, e l’impianto rimarrà chiuso di sicuro fino al 21 marzo, data stabilita per l’incidente probatorio, ma i tempi delle verifiche tecniche si potrebbero prolungare per settimane, forse per mesi, dato che il 21 marzo è prevista solo l’assegnazione delle perizie . È questa l’ipotesi più nefasta, poiché l’azienda si è data un tempo massimo di stop alla produzione (cinquanta giorni), oltre il quale non ci sarebbe altra scelta che chiudere l’attività di depurazione chimica, con il conseguente licenziamento dei dipendenti legati a questi trattamenti (in pratica quasi tutti: ne rimarrebbero al massimo un paio per occuparsi del depuratore biologico, che sta continuando a lavorare). Ai 13-14 posti di lavoro di Aquaspace si potrebbero però aggiungere anche quelli di Tessil 4, in quanto l’attività di depurazione viene svolta anche per conto di essa, e senza un impianto a proprio servizio anche l’attività di tintura potrebbe essere chiusa e allocata in altri stabilimento del gruppo Aquafil. Vale a dire che la Vallagarina potrebbe perdere altri 80 posti di lavoro in un colpo solo, se i tempi della giustizia dovessero rivelarsi troppo lunghi e incompatibili con quelli dell’attività produttiva delle due aziende interessate dal sequestro. Ecco perché tutti stanno col fiato sospeso, in attesa di qualche segnale di attenzione. Dalla magistratura, ma anche dalla politica.

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