Ritorna l’utile e la fusione con Vallagarina si allontana 

Cassa rurale di Rovereto. Al via oggi gli incontri sul territorio con i soci. Migliorano tutti i dati di bilancio e per la prima volta dopo cinque anni il bilancio è in attivo per quasi 700.000 euro


GIANCARLO RUDARI


Rovereto. Dopo cinque anni di “profondo rosso” la Cassa rurale di Rovereto ha chiuso il bilancio 2019 con dati positivi: dal ritorno dell’utile (670 mila euro) alla diminuzione dei crediti deteriorati all’aumento della raccolta complessiva. Ma lo sguardo è andato al di là dei dati di bilancio, nel corso della prima di una serie di riunioni sul territorio con tutti i soci in vista dell’assemblea generale prevista per maggio. Uno sguardo che è andato oltre i confini roveretani e delle Valli del Leno per guardare alle ipotesi di fusione. E lo sguardo non sembra (questa è la prima percezione al di là della scelta vera che spetta ai soci) puntare verso sud, verso Ala, tanto per intendersi, sede della Cassa rurale Vallagarina.

Incontri sul territorio

Ad illustrare le cifre e i primi dati del bilancio agli incontri all’auditorium in via Pedroni e in sala Kennedy sono stati il presidente Geremia Gios ed il direttore Ruggero Carli. Il primo dato positivo riguarda l’utile che alla fine dello scorso anno è arrivato a quota 670.000 euro: non una cifra esorbitante, ma un importante segnale dopo cinque anni di chiusure con il segno negativo. Per quanto riguarda i crediti deteriorati sono stati ridotti a 34 milioni di euro (a fine 2018 erano 81, mentre a fine 2016 addirittura 160) mentre le sofferenze toccano quota 10 milioni contro i 58 milioni dell’anno precedente. Con soddisfazione il presidente Gios ha evidenziato che la percentuale dei crediti deteriorati sul totale è dell’8,9 «migliore della medie del gruppo delle Casse rurali mentre solo tre anni fa eravamo tra i peggiori». Aumenta la raccolta complessiva (da 938 a 965 milioni) mentre quella diretta cala leggermente da 658 a 652 milioni. Chiuso il capito dei dati di bilancio, l’altro tema (e non di poco conto) riguarda le fusioni. Fusione “imposta” da Cassa centrale banca ancora nei primi mesi dello scorso anno con un’indicazione precisa: la Cassa rurale Vallagarina. Una direttiva vincolante almeno nei toni anche nei confronti della banca di credito cooperativo (nata dalla fusione di Bassa Vallagarina, Isera e Folgaria) con sede ad Ala che avrebbe dovuto farsi carico di Rovereto.

Situazione in stallo

La situazione, a detta del presidente, è in stallo anche perché rispetto al passato c’è un ritorno all’utile, ad un risanamento (almeno parziale) dei conti consente a rovereto di dire la sua e non subire passivamente le direttive di trento. «nell’ipotesi di fusione - afferma gios - ala vuole la sede operativa per lasciare a rovereto quella legale. premetto e ribadisco che ogni decisione spetta all’assemblea dei soci e che non ci sono questioni campanilistiche, ho il sentore che la stragrande maggioranza dei soci roveretani non siano d’accordo. da giovane mi sono occupato di tecniche di campionamento e in base ai dati che ho si arriva al 92% di no con ala. se questa via si dimostrerà impraticabile ne valuteremo un’altra...».













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