L’iNTERRORGAZIONE 

«Rigenerazione urbana, consulenze e concorrenza sleale» 

Zenatti (Progetto Città) chiede lumi sulle «professionalità esterne» alle quali il Comune vuole ricorrere nel Piano



ROVERETO. Sul Progetto di riqualificazione urbana spinto dal Comune in collaborazione con le categorie economiche per ruilanciare le ambizioni commerciali della città, il consigliere Marco Zenatti (Progetto Città) aveva steso una question time a fine gennaio. Dato però che a quella domanda d’attualità non era stata fornita alcuna risposta, Zenatti la ripresenta con una modalità più “aggressiva”, ovvero come interrogazione, che richiede una risposta scritta. L’interrogazione è già stata depositata all’ufficio protocollo e riporta in maniera pressoché fedele i contenuti della question time di fine gennaio.

Nello specifico, Zenatti chiede dettagli sulle “professionalità esterne” alle quali la delibera comunale del Piano azione per la rigenerazione urbana afferma di voler fare riferimento. Zenatti, che chiede anche una copia del Piano, vuole sapere se sia stata individuata la specifica professionalità richiesta, in caso affermativo di chi si tratti, e con quali modalità sia stata individuata e selezionata.

Il consigliere di opposizione chiede anche chi si sia curato della selezione, quali siano le competenze specifiche del candidato individuato e quale sia il compenso stabilito. Non solo: Zenatti chiede anche lumi sul personale che è a disposizione al Laboratorio di rigenerazione urbana. Il consigliere chiede quali sono gli addetti, quali esperienze hanno e quali competenze posseggano.

Infine, Zenatti chiede «in quale modo l’amministrazione comunale assicura concretamente che la collaborazione pubblico/privato, richiamata nel Protocollo (d’intesa, ndr.) non diventi negativamente concorrenza sleale alle realtà private che operano nel settore aziendale e immobiliare?».













Scuola & Ricerca

In primo piano

Podcast

Il Trentino nella Grande Guerra: gli sfollati trentini spediti in Alta Austria

Venezia e Ancona vengono bombardate dal cielo e dal mare. A Trento viene dato l’ordine di abbandonare il raggio della Regia fortezza, con i treni: tutti gli abitanti di S. Maria Maggiore devono partire. Lo stesso vale per Piedicastello e Vela, così come per la parrocchia Duomo. Ciascuno può portare con sé cibo e vetiti per 18 kg. Tutto il resto viene lasciato indietro: case, bestiame, attrezzi, tutto. Gli sfollati vengono mandati in Alta Austria. Rimarranno nelle baracche per 4 lunghi anni.