«Richieste impossibili da soddisfare»
ROVERETO. «Spiace vedere - recita il comunicato ufficiale di Amr -, che il diritto allo sciopero viene utilizzato per sostenere richieste e rivendicazioni oggettivamente impossibili da accogliere...
ROVERETO. «Spiace vedere - recita il comunicato ufficiale di Amr -, che il diritto allo sciopero viene utilizzato per sostenere richieste e rivendicazioni oggettivamente impossibili da accogliere nella loro totalità. Per quanto riguarda la richiesta di abbigliamento da lavoro, da tempo l’Azienda ha dotato il proprio personale di adeguato vestiario e calzature, secondo quanto previsto dal contratto nazionale e dalla normativa sulla sicurezza. Il vestiario in uso è coerente rispetto alle mansioni svolte, secondo un approccio omogeneo rispetto a quanto previsto per il personale che svolge il medesimo servizio presso altre realtà. Ciononostante, ampia disponibilità da parte dell’Azienda a rivedere e integrare la dotazione, raccogliendo anche i desiderata del personale, compatibilmente e coerentemente alle mansioni effettivamente svolte.
Per quanto riguarda il riconoscimento di una sorta di abbonamento o riconoscimento di un importo equivalente (come premio, sfruttando il sistema della detassazione al 10%) al costo del biglietto parcheggio in strisce blu più vicino al luogo di impiego del lavoratore per l'intera giornata lavorativa effettivamente prestata, la richiesta del sindacato è irricevibile in quanto, stante anche la natura pubblica di Amr, l’Azienda non può legittimamente assumere il costo del parcheggio, creando imbarazzanti e non giustificabili differenze con altre realtà pubblico private.
Simile discorso per la richiesta di avere il buono mensa. Dal 2012 l’Azienda si è attivata per garantire un servizio mensa sostitutiva (con convenzione di circa 20 ristoranti e pizzerie sul territorio) per il personale del servizio gestione impianti sportivi che, in relazione agli orari di servizio non può fruire del servizio mensa previsto per il pranzo, con un valore del buono pasto di 7,50 euro con la compartecipazione di 1/3 a carico del dipendente». Il principio è «garantire un servizio mensa al personale e non l’utilizzo di tale istituto per altre finalità (incrementi retributivi e/o utilizzo del buono mensa per la spesa al supermercato)».