METEO

Presentato a Rovereto il supercomputer europeo per il meteo in HD

Il "cervellone europeo", che sarà attivato in Italia, protagonista al Festival delle meteorologia di Rovereto



ROVERETO. Si accenderà in Italia, nel 2020, il "cervellone europeo" capace di prevedere il bello e il cattivo tempo in tutto il mondo, con una precisione senza precedenti, per previsioni meteo in HD preziose per studiare anche i fenomeni più estremi e violenti: sarà uno dei tre supercomputer più potenti al mondo e verrà installato nel 2019 a Bologna, nel nuovo data center del Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (Ecmwf).

A illustrarne caratteristiche e potenzialità sono gli esperti riuniti a Festivalmeteorologia 2017, la tre giorni organizzata dall'Università di Trento con il Comune di Rovereto, Trentino Sviluppo, Fondazione Museo Civico di Rovereto e il patrocinio del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), per spiegare al pubblico quanta scienza e tecnologia si nascondono dietro alle previsioni meteo.

Il nuovo supercomputer, che sarà gestito da remoto dal quartier generale dell'Ecmwf in Gran Bretagna, «avrà la capacità di calcolo necessaria ad aumentare la risoluzione spaziale nelle previsioni ad una settimana», spiega il colonnello Silvio Cau, capo del Servizio Meteorologico dell'Aeronautica Militare e Rappresentante Permanente d'Italia presso l'Organizzazione Mondiale della Meteorologia (Omm).

«La risoluzione a livello globale passerá da 9 a 7 chilometri quadrati, mentre sull'Italia scenderemo da 2,8 a 1,4 chilometri quadrati». Questo salto «permetterà di studiare e caratterizzare meglio soprattutto i fenomeni più violenti, come le trombe d'aria, che sono molto localizzati». «Ancora una volta vediamo come telecomunicazioni e Big Data aprano nuove frontiere», commenta Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana. «Nel prossimo futuro ci permetteranno di utilizzare anche le osservazioni e le misurazioni fatte dai cittadini comuni, affiancando la "citizen science" alle reti di osservazione professionali. Le tecnologie ci sono: ora dobbiamo formare i cittadini, per aiutarli a produrre dati di qualità»..













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