Per i senzatetto un punto d’incontro in piazza San Carlo 

Il progetto della Parrocchia di San Marco è in cantiere Don Nicolli: «Pronto per l’estate, cerchiamo un gestore»



ROVERETO. La tragica fine di Robert, il quarantacinquenne senzatetto polacco trovato morto mercoledì scorso nel parcheggio dell’EuroSpin, ha aperto uno squarcio tra le situazioni di marginalità che non ammettono spazio ad aiuti o percorsi di recupero. Non sono tante in città, le persone nella situazione di Robert, e vengono comunque seguite, monitorate in continuazione da una rete di associazioni e singoli cittadini. «Il loro numero varia, anche con la stagionalità - spiega Roberto Ferrari del Cedas della Caritas -, al momento sono quattro-cinque a vivere in questo stato di disagio. Si tratta di persone che hanno una serie di problematiche, relazionali, affettive e anche legate alle dipendenze, soprattutto alcoliche, e rifiutano qualsiasi inserimento in percorsi per uscire da quella situazione. Non si possono costringere ad accettare l’aiuto, ma per loro, più che l’assistenzialismo del pacco viveri, conta più il contatto umano, il riconoscimento di dignità della persona. Significa avere modo di relazionarsi con gli altri, anche con chi scambia con loro due parole davanti a un caffé, senza voler imporre loro il proprio punto di vista. A volte, proprio attraverso un continuo confronto con singoli e associazioni che li seguono, si verificano casi straordinari. Ho visto di recente uno storico senzatetto entrare in età avanzata in un percorso di recupero, e ha davvero cambiato vita. Certo, per questa attività servono energie, tempo, e anche capacità di gestire le emozioni, ma mettersi in gioco sotto il profilo relazionale a volte paga». Quel dispendio di energie però va alimentato. «Abbiamo sempre bisogno di volontari, di persone che mettono a disposizione il loro tempo e le loro energie - spiega Ferrari - perché qualcosa di più e di meglio si può sempre fare». Tra le iniziative in corso, la Parrocchia di San Marco sta mettendo in campo una nuova struttura tra piazza San Carlo e via B ridi (l’ex officina Cramerotti), dove il cantiere terminerà tra la primavere e l’estate: «Oltre alle sedi del negozio del riuso, del Cantiere famiglia e de Credito solidale -spiega il decano di Sergio Nicolli - avrà nel cortile un “bar bianco”, uno spazio di relazione aperto. Stiamo cercando una realtà che possa occuparsi di queste situazioni di fragilità». (gi.l.)

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