«Noi lavoratori siamo tenuti in ostaggio»
Protesta ad Tessilquattro e Aquaspace: rischiamo il posto dopo il blocco del depuratore e le procedure tra Appa e azienda
ROVERETO . Bandiere al vento e con i volantini in mano, i lavoratori di Tessilquattro e Aquaspace hanno bloccato pacificamente il traffico su via del Garda, ieri mattina a mezzogiorno. Questo per gridare la loro paura: si sentono “ostaggi”, stretti come sono tra l’Appa - che ha imposto il sequestro del depuratore Aquaspace - e l’azienda, che, bloccata com’è, non può riaprire. E rischia di trascinarsi dietro non solo i 15 dipendenti Aquaspace, ma anche gli 80 di Tessilquattro, e ora si teme anche per la sede di Cares nel Bleggio. Per intanto la Tessilquattro ha già convocato in Confindustria per giovedì prossimo i sindacati, e non pare per dare buone notizie. Nei prossimi giorni ci sarà un incontro tra sindacati e Provincia: il presidente Rossi e l’assessore Olivi ieri hanno risposto alla lettera dei rappresentanti dei lavoratori. “Stiamo facendo tutto quanto è possibile per favorire una celere conclusione del procedimento in corso, che consenta il superamento del blocco - scrivono Olivi e Rossi - Questo con l’intento di assicurare, proprio attraverso una rapida e trasparente conclusione delle attività di indagine e di approfondimento tecnico in corso, il doveroso e necessario contemperamento, da un lato, delle esigenze di salvaguardia dell’occupazione e, dall’altro, di tutela dell’ambiente. “
Il prolungato sequestro del depuratore sta già causando conseguenze all’azienda. Due tecnici hanno già dato le dimissioni e trovato un altro lavoro; si tratta di figure di alto profilo, che hanno abbandonato la squadra; su un totale di 15 persone, di cui 3 sono dirigenti, è una perdita importante. “La Slovenia non è lontana”, recita il volantino distribuito ieri dai lavoratori. In quel paese il gruppo Aquafil ha impianti analoghi, e per di più ci sono leggi meno stringenti sugli impianti di depurazione. Se la situazione non si sbloccasse, non sarebbe impossibile trasferire parte della produzione, eventualmente anche dei macchinari. Sono alcune delle “brutte notizie” che i sindacati temono di ricevere giovedì. «Ci sarebbe uno spiraglio, l’uso dell’impianto in modo controllato - dice Ivana Dal Forno della Cisl - ma l’azienda si è vista negato l’accesso agli atti amministrativi, che servirebbero a presentare la relazione richiesta dal giudice. Così non si sa dove deve intervenire, ma è fondamentale la riattivazione parziale dell’impianto. I lavoratori rischiano grosso». «La situazione è ancora gestibile - aggiunge Osvaldo Angiolini della Uil - ma solo se si arriverà a breve ad uno sblocco». «Se però emergessero delle responsabilità dell’azienda - aggiunge Mario Cerutti della Cgil - queste non dovranno avere conseguenze sui lavoratori». Cerutti è preoccupato anche per le possibili ripercussioni sull’immagine del gruppo Aquafil (Tessilquattro ne fa parte): «Sono stati fatti investimenti sul “green”, sono anche quotati in borsa, una vicenda del genere a lungo andare ne comprometterebbe la reputazione».
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