«No al Pride,Valduga sempre più a destra»
Pozzer e Marchi: dovrebbe essere il sindaco di tutti, non è solo l’ambiente a dividerci
ROVERETO . «Come Verdi di Rovereto, con quelli del Trentino primo partito politico ad aderire spontaneamente al Dolomiti Pride, non possiamo essere contenti della decisione avversa del sindaco» commentano Michela Marchi e Ruggero Pozzer. «Nessuno gli ha chiesto il parere, o cosa pensa sulle coppie di fatto ma lui è il sindaco di tutti, o così dovrebbe essere. Come Bolzano, Merano, Trento, Villa Lagarina ed anche il Senato universitario trentino, doveva dare il patrocinio per la libertà di pensiero e di espressione. Lo spostamento sempre più a destra della sua giunta lo obbliga ad arrampicarsi sugli specchi, eludendo la domanda principale che è appunto la libertà di pensiero e di espressione. Del documento che accompagna il Dolomiti Pride il sindaco non appoggia alcune parti tra cui il tema dell’educazione sessuale perché troppo “legata alla genitalità”. Qui però mescola gli argomenti in modo non corretto. Il documento parla dell’educazione sessuale a scuola (che già si fa) affermandone l’importanza come strumento per dare a ragazzi e ragazze delle chiavi per muoversi nella complessità delle relazioni, e solo in un altro paragrafo tratta il tema del riconoscimento per le persone transgender (le persone il cui sesso biologico non coincide con quello psicologico, persone che, seppur uomini o donne nei tratti fisici, si sentono appartenenti al sesso opposto) le persone intersessuali, le persone non-binary. Varie forme di sessualità che a volte sono accompagnate da molta sofferenza esistenziale». Nell'uscire dalla coalizione di Valduga, aggiungono «avevamo visto giusto, non erano solo i temi ambientali a dividerci».