Ladri di rame e ottone nei cimiteri della città 

Il fenomeno degli ultimi anni. Sempre più famiglie adottano vasi e finiture in plastica per rimpiazzare gli oggetti rubati. Intanto al camposanto di San Marco affiora un dente umano



Rovereto. Ghiere, vasi e sottovasi in rame e ottone stanno scomparendo dai nostri cimiteri: il fenomeno dei furti non si arresta e sono sempre di più le persone che per adornare la tomba dei propri cari scelgono oggetti in plastica. Lo confermano anche i rivenditori di arte funeraria, come i Fratelli Sala di via Baratieri: «È vero, ormai non si vendono più oggetti in metallo perché vengono razziati alla prima occasione. Purtroppo i furti nei cimiteri sono diventati regolarità negli ultimi anni, e la gente si difende come può. Cioè sostituendo gli oggetti rubati con altri in plastica». Il motivo più probabile è un modesto apprezzamento del mercato: l’ottone ad esempio è quotato attorno ai 5 euro al chilo, e con qualche oggetto in metallo massiccio si fa presto a raggiungere pesi considerevoli. Certo, non ci si arricchisce ma qualcuno con tutta probabilità arrotonda in questo modo il proprio stipendio. Il direttore di Amr, Claudio Bertolini, afferma di non avere notizie precise in merito, ma effettuerà dei controlli. Nel frattempo la municipalizzata, che gestisce tutti i cimiteri della città e alcuni della Vallagarina , ha già installato nei cimiteri di Marco e di Santa Maria - Santa Croce degli impianti di videosorveglianza. «Qualora i nostri rilievi giungessero a confermare questa tendenza - spiega Bertolini - saremo costretti a prendere provvedimenti, in accordo con il comando della polizia municipale». Oltre ai furti, i nostri lettori ci segnalano la presenza di resti umani sui vialetti tra le tombe: una donna ha trovato un dente umano, che con tutta probabilità proviene da una tomba. «Negli ultimi anni - spiega Bertolini - ci sono state molte riesumazioni e inumazioni, è possibile che in questi casi affiorino frammenti ossei o simili, ma il nostro personale è scrupolosissimo nel controllare che ciò non accada. Renderemo ancora più rigido il disciplinare per evitare che ciò si ripeta».













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