L’ultimo sogno di Cocco: una nuova arte trentina
Oggi alle 14.30 a Santa Maria i funerali dell’architetto scomparso a 82 anni Cossali ripropone un suo scritto: «Con lui la cultura era uno stimolo per il futuro»
ROVERETO . Oggi alle 14.30 la cerimonia funebre a Santa Maria, ma i ricordi dell’architetto Francesco Cocco non cessano di arrivare, tanta è l’emozione suscitata dalla sua scomparsa. Mario Cossali vuole ricordarne il pensiero con uno stralcio di un documento da lui redatto dopo una approfondita discussione con lo stesso Cossali, Annamaria Gelmi e Katia Fortarel. Una riflessione permanente, che «purtroppo qualche anno fa si è arenata, ma mantiene anche oggi la sua necessità. Qualsiasi discorso sulla cultura - spiega Cossali - è alla fine un discorso sull’immagine e la consapevolezza che un territorio ha di se stesso. Nei momenti di incertezza e di frantumazione come quello che stiamo attraversando la cultura assume un’importanza maggiore perché maggiore è la sua funzione di stimolo generale verso il futuro, senza rinunciare mai a quella dimensione critica che ne costituisce il fondamento». Ed ecco come Cocco stesso spiega la propria visione: «È nostra intenzione di raccogliere tutti quegli aspetti emergenti, alcuni noti altri da svelare, che siano capaci da identificare la realtà espressiva del Trentino, le sue condizioni di peculiarità più profonde che si agitano dentro il suo corpo per poter definire e individuare la sua propria “caratteristicità”. Tentare cioè di costruire, o individuare un possibile linguaggio creativo culturale, un possibile sistema di comunicazione del tutto proprio a questo territorio capace di dare forme spaziali e strutture di pensiero altamente significative. Abbozzare cioè dei precisi e singolari segni che più direttamente rispecchino l’identità del nostro luogo. Certamente più facile e comprensibile sta l’individuazione di una forma architettonica singolare perché del tutto aderente alla storia e all’interpretazione del respiro naturale dei luoghi o alcuni aspetti del linguaggio espressivo nell’arte: pittura, scultura, design, rispetto ad altre forma di pensiero non immediatamente legate a figure e forme visibili. Alcuni aspetti strutturali nel pensiero comunicativo rientrano necessariamente in questa spinta innovativa e carica di energie come un sistema di aggregazione spontaneo, come il nostro Gruppo di pensiero, rivolto a toccare, con decisione, aspetti e fatti che incidono sulla vita sociale, sulla coscienza collettiva, sull’articolazione dello “Spazio Sociale “. Si deve costantemente operare con il pensiero e l’analisi critica rivolta però anche all’esterno, agli accadimenti nazionali e europei con opportuni raffronti, per cogliere ciò che più appare significativo e particolare, ossia emergente, nel lavoro del nostro “ localismo”. Se sarà possibile si può allora aprire alcune considerazioni per favorire un campo espressivo capace di essere, nella sua singolarità, forte e avvincente, capace di attrarre la curiosità e il rispetto del mondo esterno oltre che imprimere una forza nuova e coerente. Un linguaggio autonomo che non esclude gli altri linguaggi ma favorisce il percorso più diretto per assumere tutta la sua singolarità ed efficacia per essere profondamente se stesso e diverso dagli altri. Abbiamo il dovere di far emergere e tracciare quel “sentiero di luoghi” carico di aspettative e sogni».
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