Il piano è pronto, ma aspetta il Consiglio 

Un anno di tavolo di lavoro con Dolomiti Energia. Ci vorranno anni e soldi, ma evitare l’alluvione si può



ROVERETO. L’anno scorso Rovereto era finita sott’acqua due volte, la prima a giugno. Quest’anno si parte con un mese e mezzo di anticipo. Dopo i disastri l’amministrazione e Dolomiti Energia si erano messe a tavolino: studiare le criticità e impostare un piano di interventi che partendo dalle emergenze e nel giro di tre anni, mettesse in sicurezza la città da quelle che ormai si chiamano “bombe d’acqua”. Partendo da un principio: la rete è ottima, recente e ben manutentata, ma è figlia di un’epoca in cui 4 centimetri di pioggia in 7 minuti non si potevano nemmeno immaginare. Bisogna ripensare i criteri, si era detto. Anche sfruttando le vecchie rogge e il Leno, magari, perché pensare di triplicare la portata di tutte le tubature della città è impensabile. Quel piano a quanto pare è definito: deve arrivare in consiglio comunale per l’approvazione. Un anno di studio forse è più di quanto si pensasse un anno fa, ma volendo essere ottimisti, meglio di non averci pensato. Ieri quello che un anno fa sembrava già chiaro, si è rivelato lampante. In via Cavour e via Follone dalle caditoie partivano getti d’acqua verso l’alto alti quasi un metro. La collina scarica la sua pioggia, che manda in pressione le condutture che non solo non assorbono la pioggia del centro, ma anzi le aggiungono quella che scende dalle zone più alte della città. Per rognoso e costoso che sia, tocca “tagliare” la discesa a valle della fiumara, deviandola nel Leno. Magari due volte: all’altezza di via Della Terra e poi prima della statale. Adesso quell’acqua deve raggiungere l’Adige. E tutta la parte bassa della città diventa un lago.(l.m)













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