Il nubifragio ha causato 152 allagamenti
Alcune zone sono ormai abituali, ma non si erano mai visti ingombri d’acqua in piazza Follone, corso Bettini e largo Sauro
ROVERETO +. Il calcolo degli interventi di mercoledì, eseguito a posteriori dai pompieri di Rovereto, è di ben 152 allagamenti, sparpagliati in parte a macchia di leopardo, ma molto spesso in luoghi ormai abituali. A partire dal centro storico: via Scuole, tracciata come un impluvio naturale, tra due salite (quella verso via Mazzini, da cui scendevano rivoli d’acqua, e quella più modesta che si affaccia su largo Foibe, ma alta quanto basta per creare una sorta di vasca di raccolta per l’acqua piovana), ha messo un’altra volta in difficoltà gli operatori. «È la terza volta che capita in due anni - spiega Francesco dell’Ostello -, l’acqua entra dalle bocche di lupo sul retro e non c’è niente da fare. Ormai sappiamo che è bene evitare di stipare lo scantinato, vista la frequenza degli allagamenti, ma stiamo valutando di fare alcune modifiche per poter proteggere il piano terra alzando il bordo con delle assi, come si vede in Liguria o a Venezia. Anche stavolta dobbiamo rifare il collaudo dell’ascensore, le parti degli ingranaggi al piano interrato sono ancora sott’acqua, e con la morchia e il grasso bisogna chiamare una dotta specializzata per smaltire il liquido che si crea. Poi toccherà asciugare e ritinteggiare. A spanne, ci costerà circa 15 mila euro di spese non previste». Ennesimo allagamento anche nel vicino negozio Cabas Sport. «Ormai siamo preparati, e non teniamo più nulla nel magazzino interrato. La prima volta che si è allagato ci abbiamo rimesso 40 mila euro di merce, rovinata senza rimedio». Anche per Cabas però l’acqua va smaltita e i locali asciugati, come del resto per il negozio di abbigliamento Touche la Vie, giusto di fronte. «Dopo le brutte esperienze precedenti, teniamo la merce più in alto, ma poi i locali vanno asciugati e areati, altrimenti si genera un odore cattivo che permea i tessuti».
Altri “clienti fissi” dei pompieri, sono degli stabili in via Azzolini e in via della Gora, ma in questo caso gli allagamenti si potevano evitare se fossero stati realizzati dei lavori di prevenzione e di manutenzione. Alcuni casi invece si sono verificati dove non c’era mai stato alcun problema. In particolare, in largo Nazario Sauro: da Nuove Officine Creative, il negozio di oggettistica e design installatosi nei locali dello storico concessionario di motoseghe, l’acqua è salita dai pavimenti. Il titolare, che è architetto, intende fare eseguire dei controlli con una sonda a raggi infrarossi per individuare la causa del problema. Che di primo acchito pare avere a che fare con il rialzo del passaggio pedonale all’altezza dell’Harry’s Bar, che ha chiuso largo Sauro come una piscina. Anche a causa delle foglie e della grandine che hanno intasato le caditoie. Il risultato è che le condutture che portavano l’acqua dei pluviali verso gli scarichi delle acque bianche non funzionavano più. «L’acqua, non riuscendo a defluire, tornava indietro - spiegano - e saliva tra le fughe del pavimento. In negozio c’erano circa due o tre centimetri d’acqua. Ora cercheremo di capire come mai è accaduto» . Qualche problema anche alla tipografia Moschini, che si è ritrovata il piazzale sotto una trentina di centimetri d’acqua e una decina all’interno. Salva invece via Dante, nonostante la preoccupazione degli operatori , con in testa il titolare della tabaccheria, Dario Merler. «È andata bene, ma non siamo tranquilli. Le nuove caditoie, che pure hanno funzionato, sono ingombre di sporcizia e andrebbero svuotate». Un’altra sorpresa è stato l’allagamento di piazza Follone, un fenomeno mai visto prima e che i pompieri ritengono dovuto alla grandine, ammassatasi su tombini e caditoie: appena i chicchi di ghiaccio si sono sciolti, l’acqua è defluita. Stesso fenomeno che ha colpito corso Bettini, dove il livello dell’acqua nei momenti iniziali del nubifragio ha sommerso i marciapiedi.
Certo, l’episodio è stato di eccezionale intensità: 4 centimetri d’acqua caduti in soli sette minuti sono davvero tanti. Però ormai lo hanno capito tutti: non sono più casi eccezionali, ma episodi che si ripetono almeno una volta all’anno, e vanno prevenuti.
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