assolti i fornitori 

Il filetto era infetto ma nessuno lo sapeva

ROVERETO. Il cuoco dell’istituto alberghiero che lo stava preparando aveva avuto una pessima sorpresa: tagliato il filetto, era uscita una sostanza maleodorante e biancastra, identificata a ragione...



ROVERETO. Il cuoco dell’istituto alberghiero che lo stava preparando aveva avuto una pessima sorpresa: tagliato il filetto, era uscita una sostanza maleodorante e biancastra, identificata a ragione come pus. Aveva immediatamente denunciato l’accaduto e gli inquirenti ne avevano chiesto ragione ai titolari della ditta che aveva venduto quel filetto alla scuola. Ma in realtà la ricostruzione di inquirenti e periti ha finito per scagionare tutti.

Il filetto arrivava sotto vuoto dall’Olanda. Aveva marchio Cee e tutti i certificati veterinari prescritti. La confezione era integra né risultano irregolarità di conservazione. Ma, soprattutto, il perito ha chiarito che quell’ascesso poteva essersi generato solo con l’animale ancora in vita. E che non era visibile né per chi ha macellato il bovino né tantomeno per chi ha rivenduto il filetto nella sua confezione originale. Insomma, nessuno è venuto meno ai propri doveri per la sicurezza alimentare, dall’Olanda fino a Rovereto e passando per Riva. Ovviamente i fornitori sono stati assolti.













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