Il camper bruciato, colpa di un petardo
Le indagini della polizia: escluso il cortocircuito, l’incendio sarebbe stato innescato da un razzo esploso nell’abitacolo
ROVERETO. C’è voluto un po’ per capire cos’era successo a Marco, nel cortile dietro la chiesa. Verso la mezzanotte del 31 dicembre, erano dovuti intervenire i pompieri per un camper in fiamme. In principio si è pensato che fosse stato provocato di un cortocircuito, dato che l’incendio era partito dalla zona anteriore del veicolo. Le verifiche, condotte dai pompieri ma seguite passo passo dal commissariato di polizia, hanno però rivelato che l’origine del fuoco era da imputarsi a una causa esterna: con tutta probabilità dei petardi, o dei razzi, visti gli effetti devastanti sul mezzo, pressoché incenerito malgrado il rapido intervento dei vigili del fuoco. I proprietari del camper sono dei nomadi che risiedono a Bolzano, che a quanto risulta non hanno alcun contatto con la realtà di Marco. Nel parcheggio, poco prima della mezzanotte, erano stati notati dei ragazzi che si divertivano a scoppiare petardi. Può essere una coincidenza, ma è uno degli elementi su cui stanno lavorando gli uomini del commissariato. L’ipotesi è che si sia trattato di una ragazzata spinta un po’ troppo in là dalla foga dei festeggiamenti. Forse qualche ragazzo ha trovato divertente sparare un razzetto contro il camper in sosta - per fortuna vuoto - o far esplodere un petardo all’interno del mezzo, magari approfittando di un finestrino chiuso male. Sta di fatto che all’arrivo dei pompieri, nel piazzale non c’era nessuno, mentre le tappezzerie interne del camper divampavano. Le fiamme, partite dall’abitacolo, avevano indotto a ipotizzare un cortocircuito nel cruscotto, dal quale si sarebbe sviluppato il rovinoso incendio. Ma i rilievi effettuati dai vigili del fuoco spingono in un’altra direzione, quella della responsabilità di terze persone. Un incendio appiccato, dunque, non è chiaro se in modo colposo (cioè involontario) o doloso (cioè con la precisa volontà di danneggiare il camper). Buon senso vuole che la prima sia l’ipotesi più probabile, dato che non c’è alcun motivo, perlomeno in apparenza, per prendersela con un mezzo sconosciuto. È più che probabile, invece, che il responsabile non verrà mai individuato (non ci sono né videoriprese né testimoni a supportare le indagini), ma forse questa vicenda può servire da monito a chi maneggia con troppa confidenza materiali pirotecnici. Mantenere distanze di sicurezza da automezzi e da materiali che si possono incendiare con facilità non è una prudenza eccessiva quando si scoppiano petardi e razzi. Basta una sola imprudenza per combinare disastri come quello accaduto nella notte di Capodanno.
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