Follone, cinquant’anni di progetti 

Dal 1968 infinite idee, mai decollate. Un’area troppo grande, centrale e strategica per rischiare di sprecarla. Così non se ne è fatto nulla Rimbalzando continuamente tra stazione autocorriere, albergo, edilizia abitativa, centro servizi, studentato, parcheggio interrato ed Rsa


Luca Marsilli


Rovereto. Domani si comincia. Al Follone si partirà smontando le parti riutilizzabili della porzione est della stecca centrale delle ex caserme: circa un terzo dell’edificio. Che sarà poi demolito. Si passerà quindi alla demolizione degli edifici isolati sul lato est del piazzale, all’innesto di via Canestrini, e di quello che affaccia su via Saibanti. A quel punto - e dovrebbe essere entro la fine dell’estate - resterà in piedi solo un pezzo della stecca centrale: quello che ospita le attività artigianali che attendono una ricollocazione congrua.

La domanda logica è: per farci cosa? Per ora, nulla più di un aumento degli stalli in superficie: almeno un centinaio in più. Ma le demolizioni sono funzionali soprattutto alla riqualificazione futura dell’area. Sulla quale ancora non è tutto definito. Sicuramente si realizzerà un parcheggio interrato da 700 posti auto, lasciando in superficie un piazzale molto più modesto a beneficio della sosta dei pullman. Altrettanto certa - e dovrebbe partire già quest’estate - è la realizzazione di un parco nella parte a nord est. Per il resto l’ultima ipotesi sembra essere la realizzazione di un grande spazio pubblico a disposizione degli eventi cittadini. Da definire quanto, come e, soprattutto, perché si costruirà quel qualcosa che comunque sarà costruito. Intanto si pensa al parcheggio, poi si valuterà.

Una storia infinita

Per Rovereto l’area del Follone incarna un paradosso. Troppo grande, centrale e strategica per essere “sprecata”. E quindi da più di 40 anni rispunta ogni volta che si discute di che assetto dare alla città o di dove collocare opere significative, ma senza mai arrivare a nulla di definitivo. Solo negli ultimi mesi, se ne è riparlato come collocazione per la Rsa (in alternativa a via Vannetti e via Ronchi) e per la stazione autocorriere (al posto dello scalo merci, in via Zeni). Ma negli ultimi anni si era ipotizzato un albergo, uno studentato, una casa di riposo, un centro servizi, la piazza attrezzata per il mercato. In pratica da quando è stata abbandonata dai militari, la vecchia piazza d’armi è stata parcheggio mentre le palazzine (una volta un complesso organico) destinate ad attività artigianali, magazzini comunali e sedi di associazioni. Sempre senza toccare nulla, in attesa della riqualificazione complessiva che sarebbe arrivata,

La storia dal 1968

Nel suo “dizionario trentino” Mauro Lando analizza la vicenda del Follone dal 1976 al 2000 come punto emblematico e critico al tempo stesso della vicenda urbanistica roveretana. E la sua attenta ricostruzione storica è in effetti disarmante.

Partì l’Azienda di turismo

La prima idea di rimettere mano al Follone è del 1968 e la lanciò l’Azienda di turismo. Entrò nel piano regolatore del 1971 prevedendo la realizzazione lì della stazione autocorriere e di altri servizi. Il comparto allora comprendeva anche la Serica. E quella porzione fu l’unica su cui effettivamente si sarebbe intervenuti, all’inizio degli anni Ottanta, abbattendo gli spazi ex industriali e artigianali per far spazio ad edilizia abitativa e servizi. Nel piano particolareggiato del 1983 doveva essere il primo passo, col secondo affidato ad un consorzio che realizzasse quello che un bando nazionale di idee avrebbe determinato. Si chiedevano stazione corriere, zona residenziale e spazi commerciali.

La stazione per le corriere

Al bando parteciparono 24 studi di architettura, si individuarono due vincitori “ex equo”, si realizzarono due plastici, si costituì un gruppo misto di progettazione. Ma lì ci si fermò di fronte all’evidenza che la viabilità complessiva della città non poteva sostenere una stazione delle corriere in quell’area. Era il 1988. Si ragionò sull’abbattere palazzo Tacchi o su un tunnel dal Follone a Corso Rosmini. Ma senza arrivare a una decisione definitiva. Nel 1990 si approvò una variante al Prg che prevedeva al Follone la stazione delle autocorriere, però adesso interrata. Ma non si arrivò mai ad un progetto definitivo. Nel 1993 fu revocata l’autorizzazione a costruire al consorzio, pagando penali sanguinose.

Nel 1997 lo Stato ha ceduto l’intera area alla Provincia gratuitamente (fino ad allora si ragionava sulla necessità di acquistarla, il costo era fissato in 13 miliardi di lire). Nel 1998 in vista di un’altra revisione del Prg, si lanciò un nuovo concorso d’idee. Che ebbe a sua volta un vincitore, ma non miglior fortuna dei precedenti.













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