«Centri storici spopolati e comunità disgregate»
Il sindaco Francesco Valuga al roadshow dedicato alla rigenerazione urbana: non basta investire, bisogna insediare più negozi con possibilità di successo
ROVERETO . «È purtroppo un dato di fatto che i centri storici vanno verso uno spopolamento progressivo delle attività economiche e produttive con conseguente minore presenza di attraversamento fisico negli stessi centri storici» ha detto il sindaco Francesco Valduga aprendo la seconda giornata del roadshow nazionale dedicato alla rigenerazione urbana. «È purtroppo altrettanto incontrovertibile - ha aggiunto - che questa tendenza porta poi anche a incidere su un'altra tendenza del nostro tempo, cioè la disgregazione delle comunità e un crescente individualismo. E allora dobbiamo cercare di invertire queste due tendenze in qualche modo collegate tra loro». Alla sala conferenze del Mart dove si svolgono i lavori, ha portato il saluto del presidente nazionale Anci il sindaco di Bari Antonio Decaro. In sala, amministratori, operatori economici e anche eurodeputati. Un amministratore o un ente pubblico, ha spiegato Valduga, può intervenire investendo in bellezza, ma non basta: «Alla rigenerazione di un luogo deve accompagnarsi anche la rigenerazione di beni immateriali. Quindi - ha proseguito il sindaco - c'è necessità di capire quali attività economiche possano rimanere nei centri storici con più probabilità di successo, quali sarebbe bene cercare di insediare e quali possano resistere a nuove forme di scambio e per questo abbiamo bisogno di competenze "altre", che le amministrazioni non hanno». Esponenti del mondo Confcommercio di Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, con gli europarlamentari Isabella de Monte, Remo Sernagiotto e Marco Zullo hanno dato vita ad una tavola rotonda con il presidente del Consorzio dei Comuni Paride Gianmonea. «La globalizzazione - ha concluso Marco Fontanari dell’Uct - sta cambiando i consumi, dobbiamo avere visione e decidere. Rappresentiamo tanta occupazione, non solo il commercio ma il terziario in senso lato».
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