Carnevale, un successo ma si rischia la chiusura
ROVERETO. È stata una giornata molto positiva per il primo carnevale roveretano, quello di San Giorgio, che per tradizione apre le feste in città. Il bel tempo e le temperature miti che hanno...
ROVERETO. È stata una giornata molto positiva per il primo carnevale roveretano, quello di San Giorgio, che per tradizione apre le feste in città. Il bel tempo e le temperature miti che hanno accompagnato la cinquantesima edizione del carnevale di San Giorgio si leggono dai numeri: sono stati distribuiti quattro quintali di maccheroni (oltre quattromila porzioni) e alla sfilata hanno partecipato circa 250 mascherine. «Ci tenevamo a fare bene questa cinquantesima edizione del nostro carnevale» spiega Graziano Malusà del Comitato maccheroni San Giorgio. «Abbiamo ripristinato, per l’occasione, il vecchio percorso della sfilata, partendo da via Macello per arrivare al parco. E la bella giornata ci ha aiutato». Non sono però solo rose e fiori, spiega Malusà. «Ogni anno diventa più complicato organizzare la festa. Da un lato, perché manca il ricambio generazionale: i comitati sono sempre più anziani e i giovani non hanno alcun interesse a far sopravvivere la tradizione. Dall’altro lato, le adempienze sono sempre di più e organizzare diventa ogni anno più impegnativo sotto il profilo burocratico». Quest’anno ai soliti permessi si sono cumulate le prescrizioni per la sicurezza. «Di norma usavamo un palco per la premiazione, alto un metro. Per poterlo utilizzare, avremmo dovuto pagare un professionista che firmasse la certificazione di conformità. Un costo che è del tutto fuori dalla nostra portata. Abbiamo dovuto rinunciare al palco e ripiegare su una pedana alta venti centimetri, del tutto inutile per mostrare le maschere alla gente. Purtroppo - commenta Malusà - noi recuperiamo solo un euro a piatto di maccheroni, non riusciamo nemmeno a coprire tutte le spese. Ora vogliamo confrontarci con gli altri comitati della città per capire se riusciamo a ottenere un piccolo aiuto dal Comune per il prossimo anno. Altrimenti, rischiamo di chiudere» .