«Campi danneggiati dai sinti il Comune ci deve risarcire» 

La causa intentata da due fratelli di Lizzana. La vicenda è iniziata oltre quindici anni fa I proprietari del terreno sostengono di non averlo potuto coltivare perché deturpato dai nomadi



Rovereto. I due fratelli ne sono convinti: la loro campagna, che si trova a Lizzana, al confine con il campo nomadi, sarebbe stata danneggiata e saccheggiata a più riprese dagli ospiti del campo, tanto che già in passato si erano rivolti al Comune per chiedere un indennizzo dei danni subiti. La loro spiegazione è disarmante, nella sua semplicità: dato che il Comune ha deciso di creare un campo nomadi a fianco del loro campo, i fratelli Gatti, Emilio e Silvio, certi che i danni e i furti siano da imputare alla comunità Sinta che vive nel campo, ritengono responsabile diretta l’amministrazione comunale, e già negli anni scorsi hanno richiesto l’indennizzo al Comune. Sentendosi però rispondere che non tocca certo al Comune denunciare chicchessia per danneggiamenti o furti avvenuti su un terreno privato, né tanto meno i proprietari hanno titolo per chiedere risarcimenti all’ente pubblico.

Una diatriba antica

Questa diatriba procede da oltre una quindicina d’anni, con richieste di rimborsi rispedire ogni volta al mittente. Si dà però il caso che sul terreno in questione si sia aperta da qualche tempo una trattativa: il Comune sarebbe interessato ad acquisirlo per opere pubbliche da mettere ancora a fuoco. A questo punto i proprietari hanno fatto il loro prezzo; oltre 100 mila euro, una cifra che fatta verificare dagli uffici tecnici comunali è risultata spropositata rispetto al valore reale dell’area. «L’abbiamo fatta peritare e stimare più volte» spiega l’assessore Maurizio Tomazzoni, «e le cifre di mercato non sono quelle proposte dalla proprietà».

La causa al Comune

I fratelli Gatti sostengono infatti che la cifra comprende anche quello che ritengono il giusto risarcimento per non aver potuto coltivare quel campo come avrebbero voluto, a causa della vicinanza con il campo nomadi. Il Comune ha ribadito: a quella cifra, l’affare non si fa. Così è nata una causa, radicata dagli stesi fratelli Gatti, che insistono nel chiedere il risarcimento, ora per vie legali. È stata così avviata la procedura di mediazione forense per trovare un accordo tra le parti senza arrivare in tribunale, ma le posizioni per il momento rimangono distanti.













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