Campana dei Caduti i cinquant’anni della Fondazione
Alla Sala degli Specchi l’incontro con lo storico Zorzi e il reggente Robol, celebrando l’atto di costitutivo del 1968
ROVERETO. Il decreto del presidente della Repubblica, firmato da Giuseppe Saragat, data 18 gennaio 1968. Da quell’atto che sanciva l’istituzione della Fondazione Opera Campana dei caduti, come da proposta de dell'allora reggente padre Eusebio Iori, sono passati cinquant’anni. E per celebrare il mezzo secolo della Fondazione, tanta gente ha preso parte all’incontro nella Sala degli Specchi. Il reggente Alberto Robol e lo storico Giuseppe Zorzi hanno ricordato le motivazioni che portarono padre Eusebio Iori a dare personalità giuridica di Fondazione alla struttura che aveva il compito di gestire la Campana dei Caduti voluta da don Antonio Rossaro negli anni Venti, al termine della Grande Guerra.
Con l'arrivo della Campana dei Caduti, nel novembre del 1965, sul Colle di Miravalle, dopo la terza rifusione, era nata l'esigenza di dare una veste più adeguata ai tempi a chi era chiamato a gestire questo importante simbolo universale di pace. Si pensò ad una Fondazione. Padre Eusebio Iori, successore di don Rossaro, si diede da fare e pochi anni dopo giunse il decreto del presidenziale che conferiva la personalità giuridica alla Fondazione “Opera Campana dei Caduti”. La Fondazione ha per scopo “curare la manutenzione della Campana, onorare con giornalieri rintocchi i Caduti di tutte le guerre, conservare alla memoria delle genti il doloroso ricordo di stragi nelle quali perirono i figli migliori, promuovere e diffondere con ogni opportuna iniziativa, in Italia e all’estero sulla comunanza dei morti, la fratellanza dei vivi”.
«La frontiera della pace è l'obiettivo del nostro vivere sociale e il traguardo della coscienza dell'uomo. 50 anni di fondazione di Maria Dolens come tempo dell'uomo costruttore» è il messaggio scelto per questo anniversario che ha voluto proseguire negli ideali di chi ha avuto l'intuizione di creare la Campana. La reggenza della Fondazione, erede spirituale di questo testamento, nell’attuale quadro internazionale, caratterizzato da un’impellente aspirazione di pace, desidera porre questo simbolo al servizio di incontri ideali fra le nazioni e tutte le correnti culturali che ravvisano nel dialogo la via maestra per lo sviluppo della giustizia e la crescita della fraternità umana. Ad oggi, sono 94 le nazioni che in ossequio al grande ideale di pace e fratellanza simbolicamente rappresentato dalla Campana hanno deciso di aderire alla Fondazione che promuove questa aspirazione di Pace universale. Le 94 bandiere garriscono lungo il viale che porta al monumentale bronzo.
Quando il 18 maggio del 1953 padre Iori venne nominato reggente della Campana dei Caduti di Rovereto, carica che ricoprì per 26 anni fino alla morte, comprese molto bene lo spirito da cui era nata quell’iniziativa, ossia dalla volontà di ricordare i caduti di tutte le guerre, al di sopra di ogni barriera etnica o nazionale. Era un messaggio di pace e di fratellanza tra i popoli che il fondatore, don Antonio Rossaro, aveva lanciato con la sua intuizione. Padre Iori seguì quella linea, dando alla Campana un maggiore dinamismo internazionale. La Campana venne rifusa una seconda volta nel 1964 e quando tornò a Rovereto, dopo essere stata benedetta da papa Paolo VI in piazza San Pietro, venne collocata sul colle di Miravalle, che diventò crocevia di incontri internazionali di personalità politiche e di popoli impegnati a cercare le vie della pace e del dialogo fra le religioni. La nuova sistemazione della Campana non fu esente però da aspre polemiche, che divisero l’opinione pubblica locale. Ma padre Iori rimase fermo nelle sue convinzioni. Egli intendeva collocare la Campana al centro del «Piazzale delle Genti», in uno scenario ampio e adatto ad accogliere i numerosi rappresentanti dei popoli che in realtà da quel momento si incontreranno sempre più spesso ai piedi della Campana, per testimoniare il loro impegno per la pace.
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