Aquaspace licenzia, Aquafil assume
Il paradosso dell’impianto di via del Garda: il gruppo di Arco lavora a pieno ritmo, ma non prende in carico gli esuberi
ROVERETO . C’è un aspetto paradossale nella vicenda Aquaspace. L’azienda, che da metà febbraio è costretta a lavorare senza il depuratore chimico, sequestrato su ordine della Dda di Trento, ha licenziato in tronco quattro dipendenti in attesa di decidere il da farsi, ed a fine settembre potrebbe addirittura decidere di abbandonare l’impianto di via del Garda, al quale si collega anche Tessil 4, l’azienda del gruppo Aquafil specializata in tintura di filati di nylon per moquette, che utilizza il depuratore Aquaspace. È pur vero che se Tessil 4 fa parte del gruppo Aquafil, Aquaspace è un investimento personale dell’industriale Giulio Bonazzi, ma il consigliere delegato che è alla guida di Aquaspace, Karim Tonelli, è anche un quadro dirigenziale di Aquafil. La quale, nello stabilimento di Arco, sta lavorando a pieno ritmo, tanto che negli ultimi due mesi ha assunto una decina di lavoratori interinali per far fronte alle commesse e integrare la forza lavoro fissa. Non solo: in Aquafil c’è una decina di posizioni vacanti in vari reparti - per i motivi più disparati: ferie, malattia, pensionamenti -, e tra queste ci sono anche delle figure di manutentori, che sembrerebbero l’ideale per chi è stato cacciato da Aquaspace da un giorno all’altro. Quattro lavoratori peraltro già formati, che saprebbero inserirsi bene in fabbrica. Ma quando l’azienda ha convocato i sindacati, il 10 maggio, per annunciare che dal giorno seguente i quattro dipendenti di Aquaspace sarebbero stati licenziati, alla domanda “Non è possibile riassorbire gli esuberi all’interno del gruppo?” la risposta è stata “no”. Un no secco e perentorio, che però alla luce di quanto accade a pochi chilometri di distanza, alla Aquafil di Arco pare del tutto immotivato. «Faremo subito delle verifiche - commenta Mario Cerutti della Filctem Cgil -, se le cose stessero davvero così sarebbe un fatto gravissimo». Cerutti cerca di mantenere una posizione di cautela ed equilibrio, nell’interesse dei lavoratori, ma a quanto risulta le cose stanno davvero in questo modo. La produzione ad Aquafil sta andando forte, anche a causa della situazione della Tessil 4, di cui alcune lavorazioni sono già state dirottate sull’impianto di Arco, andandosi a sommare alle altre commesse. Di primo acchito, pare insensato che ai dipendenti di Aquaspace appena licenziati non sia stata proposta una soluzione alternativa, sia pure per un periodo limitato di tempo, nello stabilimento di Arco, preferendo loro dei lavoratori assunti attraverso agenzie interinali, che si presume vadano anche formati e preparati in maniera adeguata. Aquaspace, attraverso il dirigente Tonelli ha detto di no, non c’è alcuna possibilità. Ma il dubbio che il licenziamento sia una scelta precisa è a questo punto del tutto legittimo.
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