«Aquaspace, intervenga la Provincia»
Fissato per il 21 marzo l’incidente probatorio. Ieri l’incontro con l’azienda, sindacato preoccupato: a rischio i posti di lavoro
ROVERETO . È stato fissato per il 21 marzo l’incidente probatorio richiesto dai magistrati Alessandra Liverani e Davide Ognibene della Dda di Trento: fino a quella data il depuratore chimico dell’Aquaspace rimarrà sotto sequestro, e non è nemmeno detto che l’atto di dissequestro venga rilasciato in tempi brevi. In questo clima di incertezza sui tempi, sono tornati a parlarsi il sindacato e l’ad di Aquaspace Karim Tonelli, che si sono incontrati ieri mattina alla sede di Confindustria, a Trento, per fare il punto sulla situazione. L’impianto - quello chimico, mentre continua a funzionare il depuratore biologico a servizio della Tessil 4 - è stato posto sotto sequestro su richiesta della Dda, di Trento, che aveva ipotizzato uno smaltimento non corretto dei rifiuti chimici trattati da Aquaspace. Qualche giorno dopo, l’azienda aveva depositato un’istanza di dissequestro al Tribunale del riesame, che l’aveva rigettata il 27 febbraio. Aquaspace pare intenzionata a perseguire la strada del ricorso in Cassazione, ed è in attesa delle motivazioni della sentenza. Nel frattempo, l’azienda sta completando la fase di scarico dell’impianto: dopo averne fermato attività, i dipendenti verranno posti in ferie forzate a rotazione, mantenendo una forza minima di 2 unità, per un massimo di 50 giorni. Scaduto questo termine, qualora non sussistessero le condizioni per riprendere un minimo di attività, Aquaspace si troverà «costretta a licenziare la stragrande maggioranza dei 15 dipendenti» come conferma il sindacato. «A questo situazione va poi va aggiunta la prospettiva futura dell’unità produttiva di Tessil 4, un’azienda di circa 60 dipendenti, che per le proprie attività di tintoria utilizza l’impianto di depurazione» spiega la Cgil, che ieri nel pomeriggio ha incontrato i lavoratori di Tessil 4 riuniti in assemblea. Un incontro gravido di preoccupazione, ma anche un importante momento di confronto, «per informare i dipendenti della delicata situazione creatasi e delle iniziative da mettere in campo per tutelare il futuro dei lavoratori». Va infatti rammentato che in questa situazione non è nemmeno possibile per l’azienda richiedere la cassa integrazione, mancandone tutti i presupposti. Franco Weber (Filctem Cgil), commentando il difficile quadro di Aquaspace, richiama l’attenzione della Provincia: «È una situazione molto complessa, che può diventare drammatica - ha detto il sindacalista -. Siamo preoccupati in quanto alle maestranze può arrivare un conto salato da pagare, quindi una soluzione va trovata e la Provincia non può starsene tranquillamente ai margini». (gi.l.)
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