Rossi e Zanin a processo per l'uccisione dell'orso KJ2, le reazioni
Soddisfazione espressa dalla LAV; dispiacere e solidarietà da parte di Fugatti
TRENTO. «A due anni e tre mesi da quella barbara uccisione, disposta nei giorni di ferragosto dall'allora Presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi, coordinata dall'allora Dirigente del Servizio Foreste e Fauna Maurizio Zanin ed eseguita sulle pendici del monte Bondone dal personale del Corpo Forestale, è arrivata la decisione del Gip Marco La Ganga di procedere con il processo. Esprimiamo molta soddisfazione per questa decisione del Giudice», dichiara Simone Stefani, responsabile della sede di Trento della LAV.
«Questa decisione conferma la bontà delle nostre ragioni a difesa dell'orsa che abbiamo sempre sostenuto non solo nella diffida inviata a Ugo Rossi per tentare di bloccare l'uccisione di KJ2, ma anche nelle due volte in cui ci siamo opposti con i nostri legali alle richieste di archiviazione mosse dalla Procura. Ragioni che ora diventano elementi concreti a sostegno dell'impianto accusatorio,» si legge in una nota. «Fu un'esecuzione decisa in fretta e furia nei giorni di ferragosto, quasi a voler approfittare di una Trento »svuotata« dalle ferie estive mentre non c'era alcun tipo di problema per l'incolumità pubblica, tant'è che KJ2 aveva condotto i suoi cuccioli a rifugiarsi sulle pendici del Monte Bondone, ben lontano dai centri abitati», scrive la Lav. «Purtroppo non possiamo ridare la vita a mamme orse come Daniza e KJ2, ma speriamo che la giustizia faccia positivamente il suo corso. Il nostro pensiero non può che andare a M49, oggi in letargo dopo la sua rocambolesca fuga dal Casteller. Considerando che peraltro l'orso Papillon non ha mai avuto uno scontro con un uomo, le tesi in cui creerebbe problemi di sicurezza pubblica è solo una scusa per cogliere consensi politici tra gli allevatori. Va lasciato in pace,» conclude la Lav.
«Siamo dispiaciuti e vogliamo esprimere solidarietà, nella consapevolezza che la gestione degli orsi problematici è impresa delicata e difficile, che talvolta impone a chi amministra la cosa pubblica di adottare decisioni per garantire l'incolumità dei cittadini». Così il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti commenta la notizia dell'imputazione coatta del suo predecessore, Ugo Rossi, e del dirigente provinciale Maurizio Zanin, all'epoca dei fatti responsabile del Servizio provinciale foreste e fauna. «Siamo fiduciosi che l'iter giudiziario saprà chiarire in via definitiva motivi e necessità urgenti e indifferibili che hanno portato ad adottare una soluzione certo estrema ma, ricordiamo, prevista dalla normativa vigente, dal Piano d'azione per la gestione dell'orso e supportata dal parere dei massimi esperti nel campo della gestione dei grandi carnivori,» si legge in una nota.