Via tutti gli ordigni bellici dall’isola del Trimelone 

Gara d’appalto per la bonifica totale del lembo di terra al largo di Brenzone L’obiettivo è farne un’attrazione naturalistica da offrire ai tanti turisti


di Matteo Cassol


LAGO DI GARDA. Dopo alcune bonifiche parziali, che sono comunque servite per “stanare” un gran quantitativo di materiale esplosivo, a breve sarà totalmente ripulita la suggestiva isola del Trimelone, armatissimo lembo di terra al largo di Brenzone (trasformato in un avamposto bellico nel 1912 e, dopo l’avvio di un cantiere per la lavorazione dei residuati a partire dal 1930, con oltre quindici tonnellate di materiale bellico finito in acqua a seguito di un’esplosione nel 1954) che da zona off-limits si vorrebbe finalmente riconvertire ad attrazione naturalistico-turistica, scopo per il quale l’amministrazione comunale aveva deciso di acquisirlo dallo Stato pagando la somma di 800 mila lire (erano gli anni Sessanta).

Nei mesi scorsi interventi di bonifica occasionale (conclusi a settembre) a cura di Marina militare ed Esercito – con un costo a carico della prima di centomila euro e a carico del secondo di altri quarantamila – hanno portato al recupero di qualcosa come 24 mila ordigni.

Entro fine mese si conoscerà l’esito della gara d’appalto indetta per arrivare alla bonifica definitiva dei residuati bellici ancora disseminati sul fondale del lago di Garda: le ditte specializzate che si contendono il “piatto” da 425 mila euro sono la Sitmar sub di Venezia e la Miar Sub di Maccarese, in provincia di Roma.

Inizialmente sarà ricavato un corridoio di accesso sicuro all’isola che si svilupperà a partire da Assenza, con la bonifica subacquea dei fondali fino a cinquanta metri per consentire l’ormeggio di imbarcazioni.

Il secondo passo, invece, riguarderà la bonifica sistematica nei settori di fondale adiacente al perimetro dell’isola anche oltre i quaranta metri di profondità e sino ai cinquanta. Una volta rintracciato e mappato tutto il materiale pericoloso, spetterà poi ai palombari della Marina militare e all’Esercito portarlo a terra per lo smaltimento.

I lavori dovrebbero concludersi entro il prossimo autunno.

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