Operaio di Riva muore nell’auto in fiamme
Kevin Ventura, 20 anni, ha perso il controllo della sua Alfa nella galleria Dom Nell’incidente coinvolte altre tre auto, grave il ledrense Alessandro Moltini
RIVA. L’Alfa 147 comincia a perdere aderenza, diventa sempre più instabile, impossibile da tenere dritta sulla strada. L’imbocco della galleria Dom, subito dopo l’Agnese, si fa piccolo piccolo, un pertugio dove tentare di infilarsi sperando di trovare la via libera. Speranza vana. La provvidenza, l’altra notte, aveva lo sguardo volto altrove, non certo sulla statale fra Riva e Ledro. L’auto con a bordo quattro giovanissimi, tutti dell’Alto Garda, al rientro da Storo, sbanda e invade la corsia di sinistra che in quel momento è già occupata da un Volkswagen Caddy che sta salendo verso la valle ledrense. Lo colpisce sulla fiancata, mandandolo ruote all’aria; la coppia di turisti di Lodi se la cava con qualche graffio. Maledettamente, però, l’incidente non finisce qui. Il peggio deve ancora venire. L’Alfa, ormai priva di controllo, prosegue la carambola sbattendo frontalmente contro una seconda macchina, una Peugeot guidata da un ledrense diretto a casa, distruggendola e ferendo gravemente il suo occupante. Ma l’automobile ancora non si ferma, continua a marciare imperterrita, finendo per tamponare una Fiat 500 guidata da una donna. Solo a quel punto si blocca. Il dramma no. L’Alfa Romeo s’incendia, le fiamme avvolgono velocemente anche la Cinquecento, con i due veicoli incastrati in un groviglio di lamiere e fuoco. Tutti escono dalle macchine e si mettono al riparo, tutti tranne uno, il conducente della 147: il rivano Kevin Ventura, vent’anni, muore carbonizzato.
La tragedia si è consumata poco dopo la mezzanotte fra sabato e domenica, nel breve tratto in mezzo alle due gallerie che collegano Riva a Ledro e viceversa, all’uscita dall’Agnese e all’imbocco della Dom. Quasi una scena di guerra quella che si è presentata ai vigili del fuoco di Riva e Molina, poi raggiunti dai colleghi di Arco e dai permanenti di Trento, ai sanitari del 118 di Arco e anche ai carabinieri della Compagnia di Riva. Per tutti un’altra complicata operazione di soccorso sulla strada ledrense che si aggiunge alla tragedia del 2013, il frontale fra due moto che aveva provocato la morte di tre centauri, fra cui padre e figlio.
Anche stavolta l’incidente, le fiamme, il fumo denso e nero che ha avvolto velocemente l’interno della galleria rendendo ancor più gravoso e complicato il lavoro dei soccorritori. Solo grazie all’ausilio della grande “ventola” in dotazione al corpo dei vigili del fuoco di Riva è stato possibile agire in sicurezza. Il problema della mancanza di un adeguato impianto di ventilazione nelle due gallerie è noto e l’incidente dell’altra notte lo ha rimesso in evidenza.
La dinamica dell’incidente è al vaglio dei carabinieri che hanno posto sotto sequestro i veicoli. Per la Fiat 500 e l’Alfa 147 si tratta di quello, molto poco, che si è salvato dal rogo. C’è da capire, ora, cosa abbia fatto perdere al giovane rivano il controllo della propria auto e in tal senso molto importanti saranno le testimonianze dei tre amici che erano a bordo con lui, l’arcense Amarildo Terbumi, di 24 anni, il rivano Pietro Maino, di 19 anni, e l’arcense Davide Tomaselli, di 19 anni. I primi due hanno riportato lievi traumi e sono stati accompagnati in pronto soccorso ad Arco per accertamenti, Tomaselli invece è stato portato in elicottero a Trento dove è ricoverato in rianimazione. Non versa in pericolo di vita e i i medici, oggi, dovrebbero sciogliere la prognosi.
Al Santa Chiara a Trento è stato portato anche il ledrense Alessandro Moltini, di 39 anni, macellaio alla Pregis e noto musicista. Le sue condizioni sono gravi ma anche lui non è in pericolo di vita. Praticamente illesi, invece, i due coniugi di Lodi Giovanni D’Agostino, del 1959, e Eugenia Capelli, del 1961, così come la conducente della Fiat 500. Alla fine il conteggio di questa tragedia parla di quattro auto coinvolte, un morto e sei feriti, alcuni in gravi condizioni e altri fortunatamente con contusioni e traumi più lievi.
I vigili del fuoco sono rimasti al lavoro fino alle 5 del mattino. Nelle operazioni sono state impegnate la squadra reperibile e una squadra di supporto (20 uomini in totale) del corpo di Riva con autobotte, pinze idrauliche, ventolin, polisoccorso, fuoristrada. Il corpo di Molina di Ledro aveva sul posto la squadra reperibile, il polisoccorso e la minibotte, quello di Concei l’autobotte; gli arcensi sono intervenuti con il carro aria e l’autoscala per le verifiche della volta delle gallerie. In galleria la comunicazione è stata resa possibile grazie alla copertura delle radio UHF e radio Tetra.
Oggi è atteso il nullaosta del magistrato per la sepoltura del ventenne rivano.
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