Nasce «La città invisibile» per aiutare i rivani in crisi
Prende il via un progetto di welfare pensato per le nuove categorie in difficoltà: precari, divorziati, madri single. Il cuore dell’iniziativa sarà all’Alboletta
RIVA. Si chiama “La città invisibile” ed è un progetto di welfare rivolto a chi non vuole farsi vedere. Un universo ampio di persone non così disagiate da avere bisogno dei servizi sociali e tuttavia vulnerabili, precari che rischiano di auto-escludersi e di cadere nel disagio. Sono ad esempio divorziati che non ritrovano un equilibrio dopo la separazione, anziani che perdono l’autonomia, madri con figli che perdono il lavoro, i cosiddetti “penultimi”, un ceto medio impoverito e che preoccupa. Secondo i dati illustrati, venerdì sera, alla presentazione del progetto in Comune, in Trentino il 25% della forza lavoro ha problemi sociali, non ha reti familiari e se fino al 2008 in qualche modo reggevano, con la crisi si sono impoveriti e non riescono ad andare avanti. E allora serve costruire prima di tutto reti sociali, coinvolgimento, momenti di scambio per evitare la solitudine.
A Riva il luogo centrale dell’iniziativa sarà via Italo Marchi all’Alboletta, dove saranno avviate attività come il cinema all’aperto, le riparazioni di biciclette, un gruppo della camminata, il coro di quartiere, “aggiungi un posto a tavola”, un servizio di accudimento di bambini, la sartoria, l’attività informatica e altro che nascerà nel tempo. Perché tutto dovrà svilupparsi grazie alle idee di chi aderirà, in un’ottica di partecipazione attiva e non di assistenzialismo. Nella sede sarà presente anche un’operatrice professionista per facilitare le relazioni e sostenere la progettualità ma il cuore del progetto sta proprio nell’attivare reti di supporto reciproco tra persone di uno stesso quartiere o di uno stesso condominio.
Il progetto, che ha vinto il bando “Welfare a km 0”, è finanziato dalla Fondazione Caritro, insieme alla Provincia e al Consiglio delle Autonomie Locali, ed ha anche il pregio di vedere lavorare tutte sotto lo stesso ombrello molte realtà associative e di volontariato locale. Capofila del progetto è la cooperativa Arcobaleno insieme ad altre tredici realtà locali, il Comune, la Comunità Alto Garda e Ledro, le cooperative Ephedra e Eliodoro, l’associazione Carpe Diem, CBS srl, il Gruppo Dialogo - Missionari Verbiti, la Vivirione, la pro loco Rione Degasperi, Apsp Città di Riva e Casa Mia, l’Istituto Floriani, il Collettivo PMU (Pick Me Up). Alla presentazione di venerdì sera erano presenti, tra gli altri, l'assessora alle politiche sociali Lucia Gatti e l'assessore ai lavori pubblici Alessio Zanoni oltre al sindaco di Lavis, Andrea Brugnara, che porterà avanti un progetto analogo. «Unire le forze di due territori - ha detto l’assessora Gatti – ha consentito di ottenere risultati importanti con finanziamenti di rilievo. Il progetto è nato dal basso, è riuscito a trasformare un sentire in un fare, a tradurre i bisogni dei cittadini in qualcosa di concreto che porterà dei miglioramenti nella loro vita. Sono le caratteristiche del welfare generativo, che fa scoprire le risorse migliori delle comunità e dell'associazionismo». (a.c.)