La notizia comunicata ai compagni di classe dalla dirigente Zamboni

RIVA. Quel sottile filo di speranza, che aveva tenuto tutti con il fiato sospeso nella convinzione di poter riabbracciare Marco Boni, di vederlo seduto nuovamente nel proprio banco, di poter...



RIVA. Quel sottile filo di speranza, che aveva tenuto tutti con il fiato sospeso nella convinzione di poter riabbracciare Marco Boni, di vederlo seduto nuovamente nel proprio banco, di poter scambiare con lui ancora qualche battuta, qualche discorso, qualche sorriso, si è tragicamente spezzato nella tarda mattinata di ieri, poco prima della fine delle lezioni. Il liceo Maffei di Riva del Garda si è inevitabilmente chiuso in un stato di sconcerto e di silenzio. Le parole che fino a ieri aiutavano a darsi forza l’uno con l’altro, a credere che l’epilogo sarebbe potuto essere speranzoso sono state sostituite da tanta tristezza, incredulità e molta amarezza. Gli insegnanti si sono stretti nel dolore dei famigliari e dei compagni di scuola e hanno rispettato un rassegnato silenzio nel rispetto di una vicenda triste che in parte coinvolge tutte le persone che si sono trovate vicine al giovane ragazzo di Tione, che era scomparso lo scorso 16 febbraio lasciando tutti nell’angoscia più totale, fino al tragico epilogo di ieri. La preside del liceo rivano Antonia Zamboni riunisce in poche battute lo stato in cui versava ieri, con la diffusione della notizia del ritrovamento del corpo esanime di Boni, tutta la scuola, dai professori al personale ausiliario, a tutti gli studenti. «È un momento difficile, non ci sono parole da dire e per commentare». Parole che la stessa dirigente dell’istituto ha dovuto avere la forza di trovare, seppur poche, seppur contate, per dare ai compagni di Boni la notizia del tragico epilogo. È stata proprio la preside ad entrare nella classe di Marco e comunicare il ritrovamento avvenuto nelle fredde acque del Garda da parte della Polizia. Un momento particolarmente difficile e delicato per tutti gli alunni e i compagni di Marco Boni che la direttrice ha cercato di affrontare nel migliore dei modi, dando libertà ai ragazzi che non se la sentivano di rimanere a scuola, di poter tornare a casa prima della fine delle lezioni. (l.o.)













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