La Coop Alto Garda resiste ma soffrono i negozi di vicinato 

I conti. Il bilancio conferma un fatturato di 32 milioni in linea con l’anno precedente. Pesano invece la concorrenza  delle grandi catene, il costo del personale e gli affitti. Le soddisfazioni dal Blue Garden, che però deve crescere ancora


Leonardo Omezzolli


Riva. In attesa dell’approvazione del bilancio da parte dei soci Coop Alto Garda nella particolare assemblea a norma Covid prevista per il 13 luglio nella quale sarà presente solo il Consiglio di amministrazione e i delegati della parte sindacale e sociale con questi ultimi che avranno possibilità di votare la relazione e il bilancio attraverso una scheda da compilare e consegnare entro il 25 giugno in uno dei punti vendita altogardesani, il presidente Paolo Santuliana illustra luci e ombre della gestione della cooperativa altogardesana dopo averla ereditata dal commissario nel giugno dello scorso anno. Al 31 dicembre 2019 la Coop Alto Garda mantiene un andamento positivo con un ricavo netto di 235.549 euro in leggero calo rispetto al 2018 quando i ricavi raggiunsero quota 293.891 euro. Lo stesso fatturato rispetto al 2018 (32 milioni 932.591 euro) si ferma a 32 milioni 771.966 euro. Nello specifico si nota come a soffrire maggiormente nel 2019 siano i negozi di vicinato, quei punti vendita voluti per stare vicino ai propri clienti. Qualcosa però non ha pagato e in molti casi, secondo Santuliana, a pesare maggiormente sono le aperture di nuove catene della grande distribuzione. «Il solo punto vendita Mimosa - spiega il presidente - ha subito, in concomitanza con l’apertura dell’Md e in minima parte anche per la chiusura dovuta alla ristrutturazione un calo importante del 10,94%». Nel 2019, rispetto al 2018 calano anche Dro del 3,77% «proprio in conseguenza dell’apertura del Conad - sintetizza Santuliana - e cala fortemente anche Bolognano che fa segnare un - 2,52%». Invariata Torbole e Arco (- 0,4%) mentre positive sono le Coop di via Pilati (+ 1,50%) e quella di Vigne (+ 2,98%). Discorso a parte per il Blue Garden il cui punto vendita sembra riuscire a crescere con una certa costanza anche a fronte delle ricontrattualizzazioni dei canoni d’affitto, segnando un aumento del 4,51%. «Da sola la Coop Blue Garden fattura 10 milioni di euro, un terzo del fatturato totale». Il vero problema però sono stati i costi di previsione che volevano già dal primo anno di apertura un fatturato di 14 milioni che ancora non si riesce a raggiungere. «A novembre il canone d’affitto portato durante il commissariamento a 480 mila euro annui sarebbe dovuto passare, per contratto - spiega Santuliana - a 612 mila euro. Fortunatamente siamo riusciti ad accordarci per 540 mila euro». Cifre però che andranno a incidere sui ricavi finali. «Così come il costo dei 147 dipendenti che è cresciuto, per effetto del contratto nazionale e dell’integrativo, di 300 mila euro».













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