“Appiedati” sul Bastione: sabato sera da dimenticare 

Il caso a Riva. La chiusura dell’ascensore a mezzanotte ha lasciato bloccate lassù le persone (tra cui Fugatti e moglie) in fila per tornare a valle. D’Ambrosio: «Li ho portati giù con la mia Ape»


Nicola Filippi


Riva. «mezzanotte: è tempo di tornare a casa, cenerentola!» chi non ricorda questa frase, tratta dalla celebre fiaba di cenerentola, costretta a rientrare a casa dal gran ballo prima di mezzanotte per non perdere gli effetti dell’incantesimo della fata. traslando la situazione, possiamo usare la stessa frase per tutte le persone che decidono di trascorrere la serata in cima al bastione, usando il nuovissimo ascensore panoramico. perché a mezzanotte, appuntatelo in agenda, scende l’ultimo ascensore a valle. poi i motori si spengono fino alle 9 del mattino successivo. e chi è rimasto sulla terrazza, o al ristorante, deve ritornare a valle a piedi, lungo il sentiero sterrato. ma il sabato sera appena trascorso, per una trentina di persone, fra cui anche il presidente della provincia (a cena con la sua signora), è stato indimenticabile. anzi, da dimenticare. ebbene, quella trentina di persone - anziani, signore col tacco 12 e pure una turista trevigiana, recentemente operata al menisco -, regolarmente in coda davanti al tornello fin dalle 23.45, è rimasta appiedata sul bastione. e solo grazie alla disponibilità del gestore del locale, alfonso d’ambrosio, è potuta tornare a valle. senza incidenti. «quando ho capito cosa era successo, sentendo le proteste vivaci delle persone in coda, c’era chi chiamava i carabinieri, chi i vigili del fuoco, ho deciso di prendere la mia ape e ho fatto una serie di viaggi per riportare le persone a valle», racconta o d’ambrosio.

«non è stata una bella pubblicità, per niente - spiega d’ambrosio, ancora infuriato - sabato sera c’era la gente in fila da mezzanotte meno un quarto e l’addetto dell’ascensore, in modo arrogante, ha detto a tutti che a mezzanotte era prevista l’ultima corsa. le persone hanno cercato di fargli capire che era un servizio pubblico e che c’erano ancora persone in coda. ma è stato irremovibile». il presidente fugatti ha rischiato di restare appiedato, «ma dopo una telefonata è riuscito a scendere, come pure a una rappresentante del cda della lido», raccontano ancora d’ambrosio e chi era presente alla disavventura.

«stiamo uscendo dalla crisi, la gente apprezza il nuovo ascensore, ma ci vorrebbe un po’ di elasticità per gli orari di chiusura dell’impianto - afferma d’ambrosio - la lido deve trovare dei correttivi, siamo in piena stagione, non è possibile costringere le persone a stare con gli occhi sull’orologio per non perdere l’ultima corsa». «era una serata stupenda, il locale era strapieno, la gente si stava divertendo, poi a mezzanotte, in un paio di minuti, la situazione è diventata incandescente, con la gente che protestava perché l’ascensore era chiuso - conclude d’ambrosio -. non è mio compito risolvere certe situazioni, ma mi sono dato da fare per portare a valle le persone più in difficoltà. se questa attrazione deve diventare il volano per l’economia della nostra zona, è meglio che la lido allunghi gli orari dell’ultima corsa, metta dei cartelli di avviso ben visibili, degli addetti più disponibili, perché altrimenti rischiamo che questi episodi sgradevoli e spiaCevoli possano diventare solo pubblicità negativa».













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