Agenzia Entrate, condannata ex direttrice
La Corte dei conti le ha contestato un ritardo nella notifica delle sanzioni: ha pagato 6mila euro
RIVA. L’ex direttrice dell’Agenzia della entrate di Riva, Marinella Capanni, è stata condannata dalla Corte dei conti di Trento al pagamento di 6000 euro per non aver notificato entro i termini previsti le sanzioni a due contribuenti. Un ritardo che, di fatto, ha impedito all’erario di contestare le violazioni (che a quel punto sarebbero state facilmente impugnabili) e incassare, tra maggiori imposte, sanzioni e interessi, 28.139 euro.
La vicenda risale a maggio del 2013, quando la direttrice di allora aveva annullato due avvisi di liquidazione notificati a due contribuenti che avevano indebitamente fruito delle agevolazioni fiscali per l’acquisto della prima casa, agevolazioni che sono vincolate al trasferimento della residenza nell’immobile acquistato entro i 18 mesi dal rogito. Capanni, difesa dagli avvocati veronesi Michele Agostini e Roberto Vasapolli, aveva deciso di annullarli in autotutela perché notificati oltre i termini di legge e quindi a rischio di contenzioso sfavorevole.
A sollevare il caso era stata nel 2014 la direzione provinciale dell’Agenzia delle entrate, che nel corso di un’ispezione aveva rilevato la ritardata emissione degli atti, un ritardo che – secondo l’accusa – era dovuto ad un deficit organizzativo e al mancato uso degli strumenti informatici. In un primo momento all’ex direttrice della sede rivana era stata imputato l’80% del danno, e il restante 20% alla funzionaria che materialmente si occupava degli avvisi di liquidazione. La posizione di quest’ultima è stata poi archiviata, poiché è stato appurato che l’ordine di effettuare il controllo era arrivato a termini ormai scaduti. Successivamente il danno erariale è stato ricalcolato in 24.443 euro.
Da parte sua, la difesa ha sottolineato come all’epoca dei fatti l’ufficio di Riva fosse in una situazione di grave carenza di personale con un solo addetto preposto alle verifiche. Sempre la difesa ha detto che gli atti del 2008 (quelli che appunto scadevano nel 2013) non potevano essere controllati con i più recenti sistemi telematici. Ciononostante, i controlli furono avviati, anche se l’addetta si era trovata a dover verificare 350 posizioni.
La vicenda si è quindi conclusa con il rito abbreviato con il pagamento da parte di Marinella Capanni di 6mila euro, pari al 30% del danno contestato.