«È un voto che deve farci preoccupare»
Il sindaco Mosaner lancia l’allarme: «Va valorizzato meglio il lavoro svolto per garantire equità sociale e sicurezza»
RIVA. «Quanto è successo domenica non è preoccupante ma deve farci preoccupare perché è un voto che non va sottovalutato e che impone una riflessione attenta ed approfondita». Adalberto Mosaner è tra i politici di casa nostra meglio attrezzati per analizzare il dato delle elezioni e per comprendere le ragioni di un’ondata che ha spazzato via un mondo consolidato che sembrava inattaccabile. Il sindaco di Riva, tra l’altro, aveva dato la disponibilità ad una propria candidatura parlamentare nelle file del Pd, dunque ha guardato con un occhio particolarmente attento i risultati scaturiti dalle urne.
La sua analisi parte da fuori provincia, dalle vicine Lombardia e Veneto, dove è stato premiato dal voto chi guarda alla nostra autonomia come ad un esempio. «Lombardia e Veneto sono andati a votare in un referendum per ambire ad avere la nostra autonomia - attacca Mosaner - da loro considerata prima come un privilegio e poi un’ambizione a cui tutti i territori regionali devono aspirare per un miglior governo delle risorse. In Veneto, dunque, si vota Zaia e chi persegue questo percorso verso l’autonomia mentre in Trentino se ne è smarrita la consapevolezza oppure non la si conosce». Per Mosaner, infatti, l’errore più grande commesso in campagna elettorale è stato quello di dare per scontati i risultati degli sforzi profusi, ad esempio, in tema di equità sociale e sicurezza, due cavalli di battaglia della propaganda portata avanti dalle forze politiche che hanno vinto le elezioni, Lega Nord in primis. L’elenco per il sindaco di Riva è lungo: «Si pensi a ciò che è stato fatto per le famiglie, al welfare che comprende le tariffe per il nido e per i trasporti, ai servizi sanitari, alle politiche di sostegno allo studio ma anche al reddito di garanzia, che ora è diventato l’assegno unico e che altro non è che un reddito di cittadinanza non perenne, come qualcuno propone, e che qui in Trentino c’è già da anni, o al reddito di attivazione o al Progettone, unico esempio in tutta Italia. Non parliamo di privilegi dell’autonomia ma di un utilizzo intelligente delle risorse e di equità sociale. Probabilmente tutto questo non viene adeguatamente compreso o non lo si conosce e così finiamo per essere paragonati a territori dove si battaglia per ottenere tutto questo. Il nostro è da sempre un territorio di confine, viviamo tutti i giorni di contaminazione, di europeismo e mondialità, e dunque spinte nazionaliste e di chiusura non hanno realmente senso di esistere. Eppure siamo stati permeati dal clima nazionale, come avevo scritto nella mia relazione al bilancio di dieci giorni fa. C’è un gap di conoscenza e di comunicazione che va colmato, serve una riflessione attenta perché non bisogna sottovalutare ciò che è successo, anche se il voto politico non può neppure essere trasportato pari pari sul piano provinciale o comunale. I cittadini di Riva, tra l’altro, hanno piena consapevolezza di ciò che stiamo facendo. Ma il target nazionale è salito dal Garda fin qui con vento favorevole e bisogna rifletterci sopra. Lo devono fare tutti nella coalizione, non solo il Pd che tra l’altro qui a Riva è abbastanza in linea».
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