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Ricorso di due madri, Roma e Viminale devono risarcire. A difenderle l’avvocato trentino Schuster

“Ci sono voluti 7 anni ma i principi oramai acquisiti non lasciano spazio a giustificazioni: l'amministrazione pubblica che ostacola il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali dovrà pagare i danni”



TRENTO. Sono passati sette anni da quando una coppia di due madri, cittadine italiane residenti in Francia, ha presentato domanda al Comune di Roma per il riconoscimento dell'adozione straniera della prima figlia. La domanda è stata rigettata dal Comune, poi la causa in Corte di appello ed ora il giudizio in Cassazione, che ha dato ragione alle due donne, condannando il sindaco di Roma capitale e il ministero dell'Interno alla rifusione delle spese legali per 10.997,49 euro, oneri inclusi.

"Siamo sin dall'inizio una famiglia con due madri e due bambini sia per il diritto francese che per quello svedese. Per l'Italia ci sono voluti sette anni", commentano le due donne, difese dall'avvocato trentino Alexander Schuster, specializzato in questo settore e nell’ambito dei diritti civili. Dalla Francia, dove vivono, le due madri, di cui una è anche cittadina svedese, oltre che italiana, spiegano che è stato "importante portare in Cassazione una prassi in cui noi famiglie otteniamo sì giustizia, ma a distanza di tempo e solo se ci si può permettere le importanti spese di un legale. È evidente che non tutte hanno i mezzi. Speriamo che dopo questa condanna alle spese il Comune di Roma così come altre amministrazioni cessino di ignorare una giurisprudenza che, come riportato dai giudici, è del tutto chiara".

"Fin troppo spesso i giudici compensano le spese di lite - sottolinea l'avvocato Alexander Schuster - anche se la famiglia vince. Le battaglie, poi, stante la ferma opposizione dell'Avvocatura dello Stato, spesso si protraggono per anni. Nel caso delle ricorrenti sono trascorsi sette anni. E non è ancora finita perché adesso dovranno fare un nuovo ricorso per ottenere la correzione di un errore materiale compiuto dalla Corte di appello con riguardo al cognome della figlia".

Di fronte all'ennesima compensazione delle spese e al rigetto del Comune di Roma della domanda di trascrizione dell'adozione anche del secondogenito della coppia, anche questa avvenuta in Francia, le donne hanno deciso di rivolgersi alla Cassazione, che ha dato loro ragione. "Le costellazioni familiari con due genitori dello stesso genere non sono una novità per il diritto e non giustificano la compensazione delle spese. I principi oramai acquisiti non lasciano spazio a giustificazioni: l'amministrazione pubblica che ostacola il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali dovrà pagare i danni che causa con inutili ricorsi ai tribunali", commenta l'avvocato Alexander Schuster.













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