Revocati gli arresti, la sindaca Santi torna in piazza a Riva: «Tre giorni difficili. Grazie a chi ha creduto in me»
La prima cittadina all'accensione delle luminarie di Natale. E sui social dice: «C’è ancora molto lavoro da fare per dissolvere totalmente ogni ombra sul mio operato». Sabato a Riva il presidio per la legalità promosso da sindacati, Acli, Anpi e Arci
RIVA DEL GARDA. A poche ore dalla revoca degli arresti domiciliari, seguita all'interrogatorio di garanzia davanti al gip che ha disposto l'obbligo di dimora, la sindaca di Riva del Garda Cristina Santi (Lega) oggi pomeriggio (6 dicembre) è ricomparsa in piazza per la cerimonia di accensione delle luminarie di Natale.
Tre giorni fa la prima cittadina era stata tra gli 8 arrestati (77 indagati) nella maxi inchiesta della procura di Trento su una presunta associazione a delinquere che avrebbe condizionato gli appalti in Trentino Alto Adige: la sindaca è indagata per l’operazione sull’area ex Cattoi di Riva.
A margine del breve intervento ufficiale, Santi ha detto che questi ultimi "sono stati giorni difficili" ma lei è "serena, con la coscienza a posto".
In serata ha affidato ai social alcune considerazioni: «Non vorrei in alcun modo queste poche righe fossero - o anche solo potessero apparire - luogo concettuale di trionfalismi. Per me sono stati tre giorni difficili, non lo nego. Ora un primo passo è stato fatto, e non posso che esserne oggi felice, ma sono consapevole che vi è ancora molto lavoro da fare per dissolvere totalmente ogni ombra sul mio operato. Scrivo queste poche righe - invece - per ringraziare: i magistrati che hanno ritenuto di prestare ascolto alle mie ragioni; i miei legali, bravissimi e competenti. Ma soprattutto le tante, tantissime persone comuni - di ogni colore politico - che hanno saputo donarmi forza e fiducia, dimostrando di credere in me e nella mia buona fede».
Intanto domani, sabato 7 dicembre, a Riva si terrà un presidio per la legalità promosso da Cgil, Cisl e Uil del Trentino, assieme alle Acli trentine e alle sezioni provinciali dell'Anpi e dell'Arci. "L'intervento della magistratura ci dice che oggi il sistema immunitario della comunità rischia di non fare da argine a comportamenti che superano il rispetto formale e sostanziale dei ruoli e creano un anomalo intreccio fra garanti degli interessi pubblici e rappresentanti degli interessi privati. È necessaria pertanto una mobilitazione delle persone e delle coscienze che, al di là della ricerca delle responsabilità che competono alla magistratura, innalzi il livello di attenzione da parte della società trentina nei confronti della legalità", scrivono Walter Nicoletti (Acli trentine), Mario Cossali (Anpi), Andrea La Malfa (Arci del Trentino), Michele Bezzi (Cisl), Andrea Grosselli (Cgil) e Walter Alotti (Uil).